A furia di travisare la verità ci faranno diventare tutti trumpisti e putiniani

I media di sinistra oscurano i dati di fatto a proprio vantaggio politico. L'ultimo caso: le parole del Papa che "apre" all'eutanasia. Solo per far approvare il testamento biologico

Ci piace fare il verso al Corsera, che nella sua chierichetta ipocrisia torna e ritorna su papa Francesco tutte le volte che la sinistra è in chiara fama antipopolare e le busca alle urne di santa ragione. Dunque, incipit di prima pagina del caro vaticanista Vecchi: Francesco il Papa avrebbe detto una cosa straordinaria, che merita il titolone in prima di tutti i grandi giornaloni di sinistra. Una cosa che secondo Repubblica sarebbe «una svolta». Embè? Embè, dice il Papa in un convegno di Accademia Pontificia, «è moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospendenti, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito proporzionalità delle cure».

La frase è un po’ pomposa. Ma che c’è di nuovo rispetto a ciò che sostiene tutta la dottrina sociale della Chiesa prima di Bergoglio, a quello che insegnano a mia figlia studentessa in scienze dell’infermieristica e a quello che pratica tutta la medicina laica, da Ippocrate in avanti? Ogni accanimento terapeutico è, appunto, accanimento. Dunque è dovere accompagnare il paziente a una morte con dignità, cioè utilizzando tutti i palliativi farmacologici e la sensibilità umana necessari a “umanizzare”, se così si può dire, un momento della vita che è parte della definizione della vita stessa.

Bene. Davanti all’ineluttabilità del destino e al buon senso laico e cattolico, cosa spunta fuori dal cappello di una politica irretita dall’ansia di mettere a commercio tutto, dall’utero in cui si forma la vita, al capezzale in cui la vita sfiorisce? Spunta fuori che una espressione di saggezza millenaria, una buona e normale pratica di deontologia medica, il buon senso di qualunque infermiera, viene piegato all’ideologia mortifera di giornata. Naturalmente abbellita dal presunto riconoscimento del presunto diritto all’autodeterminazione.

Tu non sai come arriverai alla soglia di un’altra vita. Però, intanto, dice la politica commerciale del presente tempo occidentale, munisciti di una bella carta biotestamentaria, che poi ci penserà l’avvocato, il clinico e magari il politicante di turno a impiallacciarti al momento giusto dentro la bara. Lo sapete, no? Dietro ogni nuova carta burocratica è sempre un fiorire di nuove attività, professioni, esperti. E giro di quattrini.

Ecco perché, semplicemente, anche i bravi giornalisti non sollevano più nessun dubbio e non hanno più nemmeno domande laiche. Vestono il paramento bianco e nero del chierichetto alla messa della festività leguleia. E, alla maniera di Gian Guido Vecchi del Corsera, stabiliscono impropriamente una correlazione tra quello che dice un Papa, che dice il buon senso, che dice la deontologia medica praticata ogni giorno in qualsiasi ospedale, per inventarsi di sana pianta la logica illogica che le parole di Bergoglio «riaprono il dibattito sul biotestamento».

In un certo senso fa anche comodo che insistano così opportunisticamente, clericalisticamente e stupidamente a implorare il governo del Pd e degli alfaniani ad approvare il testamento biologico e lo Ius Soli prima di andare a casa e finire ben spazzolati dagli elettori. Però, che una sinistra di buoni sentimenti e cattivi commerci insista nell’errore dei ciechi che si fanno duci – dietro il biotestamento ci sono gli avvoltoi della “buona morte” e dietro lo Ius Soli c’è la tratta di esseri umani – fa capire bene perché poi il mondo si popola di trumpisti e putiniani.

@LuigiAmicone

Foto Ansa

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