L’Uruguay prima liberalizza la cannabis, poi pone dei limiti farlocchi

Bisognerà essere maggiorenni e iscritti ad un registro, e non si potrà acquistare più di 10 grammi alla settimana. A Montevideo prende forma la legge che legalizza la marijuana, nell'utopia di eliminare la criminalità

Non più di 10 grammi alla settimana, a meno di 1 dollaro al grammo. Sono le condizioni d’acquisto e vendita della cannabis in Uruguay, annunciate nei giorni scorsi dal capo dell’Ufficio nazionale droghe Diego Canepa, dopo che lo scorso dicembre il Governo di Pepe Mujica ha approvato la liberalizzazione della marijuana (criticata anche dall’Onu). La nuova legge crea un registro nazionale per i consumatori cui potranno accedere unicamente persone maggiorenni residenti nel Paese. Per quanto riguarda la coltivazione, sarà autorizzata per un massimo di 10 ettari e le piante potranno essere acquistate in farmacia, coltivate in casa (non più di 8), oppure reperite presso club di consumo. Il prodotto dovrà avere una concentrazione massima del 15 per cento di tetrahydrocannabinolo e sarà disponibile in 5 varietà.

«LA DIPENDENZA NON È UN BENE». Misure che hanno suscitato qualche perplessità, perché, paradossalmente, per qualcuno l’Uruguay sta fissando pareti troppo rigide al consumo di marijuana. In Colorado, ad esempio, la recente legalizzazione della cannabis si è tradotta in misure meno forti: non ci sono registri e ogni maggiorenne può acquistare fino a 28 grammi alla volta. «Ma la dipendenza non è un bene», è stato la risposta del presidente Mujica a chi lo critica per le ristrettezze poste. L’Uruguay non vuole «estendere il consumo di marijuana» in maniera indiscriminata, ma «mantenere tutto entro i limiti della ragione e non permettere che diventi una malattia».

MERCATO NERO. Piuttosto, lascia alquanto perplessi l’obiettivo che una liberalizzazione della marijuana sradichi il mercato nero dello spinello. Difficile controllare tutti gli agricoltori sparsi sul territorio nazionale, monitorando anche gli accessi di sostanze dai paesi limitrofi. Inoltre, le leggi annunciate venerdì individuano alcune categorie che non possono accedere alla cannabis legale, che di conseguenza diventerebbero terreno di facile conquista per i traffici della criminalità. Col rischio che i controlli si facciano ancora più ardui in un Paese che intende abbracciare una diffusione totale della marijuana. E che presto potrebbe diventare meta gradita di tanti “turisti dello spinello”, attratti in Uruguay da tutto il Sudamerica per godere dei benefici del commercio nascente. La legge impone che l’acquirente sia sempre uruguayano, ma è facile immaginare che tale restrizione possa vacillare, appoggiandosi semplicemente ad amici o parenti locali.

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