Un codicillo del decreto scuola introduce la rieducazione degli insegnanti e la teoria del gender in classe

Il decreto arriva oggi in Senato e dovrà essere approvato entro l'11 novembre. Un comma prevede corsi di formazione per gli insegnanti sul «superamento degli stereotipi di genere»

Il decreto scuola approvato alla Camera, di cui abbiamo già sottolineato i lati oscuri sul tema della parità scolastica, prevede anche corsi di formazione e aggiornamento per insegnanti per migliorare, tra le altre, anche le competenze relative «all’educazione all’affettività, al rispetto delle diversità e delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi di genere».

LOTTA AGLI STEREOTIPI. Come riporta Avvenire, oggi comincia l’iter del decreto al Senato ed è «una corsa contro il tempo» visto che scade l’11 novembre. Nel decreto, la lettera “d” del comma 1 dell’articolo 16 prevedeva secondo la formulazione di Pd, Sel e grillini che la formazione avesse come oggetto il «gender». Il riferimento al gender prevedeva la sua diffusione non soltanto nella formazione dei docenti ma anche in tutti gli ambiti dell’educazione scolastica. Dopo le modifiche il testo è stato attenuato ma si parla ancora di «genere» ed è rimasto il riferimento agli «stereotipi» nella formazione degli insegnanti.

VIETATO PARLARE DELLA FAMIGLIA. Secondo Avvenire, «è molto elevato il rischio che un professore, che in classe voglia parlare di famiglia – intesa come società naturale composta da un uomo, una donna e dai loro figli – sia “accusato” di non rispettare le diversità di genere, di riproporre degli stereotipi e quindi obbligato ad “aggiornarsi”. (…) Per come è stata ideologicamente impostata, la stessa legge contro l’omofobia, combinata con questa parte del decreto scuola, avrebbe effetti devastanti sull’educazione dei ragazzi e, di fatto, bandirebbe la famiglia “tradizionale” dalla scuola. Sarebbe persino vietato parlarne».

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