Il metodo di Ultima Generazione funziona così bene che c’è la coda per cazziarli in tv

Ecocatastrofisti conciliano meravigliosamente imbrattamenti e sermoni televisivi grazie ai Formigli a caccia di personaggi da operetta per le loro paternali sulle "forme" della protesta. Come se il problema non fossero i contenuti («mio figlio morirà di calore»)

Chloe Bertini, attivista di Ultima Generazione, ospite a Piazza Pulita

«Tu lo capisci che quando le persone vedono queste immagini si incazzano, ma non con i petrolieri, con te?». Corrado Formigli è riuscito nella mirabolante impresa di far passare Chloe Bertini e compagnia econevrotica di Ultima Generazione per una federazione di strateghi alla Von Clausewitz. Perché Bertini no, non lo capisce perché la gente non dovrebbe incazzarsi con lei, anzi, «la protesta non deve essere sopportabile. Deve essere insopportabile. Deve essere impossibile da ignorare».

E infatti se l’attivista può permettersi di conciliare lo sversamento della vernice nera nella Barcaccia e i sit-in sul grande raccordo anulare con il tour degli studi televisivi a sermoneggiare come la versione isterica di Ruggero di Un sacco Bello è proprio grazie alle Agorà, i Santoro e ai Formigli. Che di personaggi da operetta hanno bisogno come il pane.

La paternale di Formigli sul metodo di Ultima Generazione

«Ti do del tu, avrai l’età di mia figlia»: veste i panni di papà Formigli il conduttore di Piazza Pulita spronando Bertini a offrirci qualche variazione sul tema “Non paghiamo il fossile”, tipo raccontare cosa fa nella vita, cosa vota, che stili di vita adotta. Ma Bertini non ci sente: «Destra, sinistra, da 50 anni nessuno fa nulla, io mi definisco una cittadina preoccupata che vorrebbe fare tutt’altro ma che si sente di col diritto e dovere di fare qualcosa». Qualcosa per fermare il fossile, il collasso climatico, tipo imbrattare la sede dell’Eni, rovesciare nella vasca del Seicento a piazza di Spagna tre bustoni di carbone vegetale liquido, bloccare una corsia del Grande raccordo anulare con una spaccata («Chloé è laureata al King’s College di Londra in neuroscienze ed è stata ammessa alla “Alvin Ailey”, una delle scuole di danza più prestigiose di New York», twittano i compari di Ultima Generazione in risposta a chi le ha dato della «sfigata» alla Barcaccia), insomma: «Continuerò a fare tutto quello che è necessario in maniera non violenta per ottenere un cambiamento».

E qui casca l’asino, cioè il conduttore di Piazza Pulita e tutti i colleghi che in questi giorni si sono affrettati a fare a Bertini la paternale: Formigli insiste che così non va bene, la gente non sta con loro, che devono cambiare metodo, lei a chiedere ai telespettatori di «azzittire» questa «distrazione sui metodi» e «connettersi a quello a cui teniamo». Formigli le chiede se davvero pensa che il mondo finirà presto e lei a ribadire che «non è questione di quando finirà, è una questione di una lenta sofferenza, è il 1 aprile e hanno rinviato la data d’inizio di irrigazione dei campi», «noi dobbiamo capire che le cose di cui abbiamo bisogno sono cibo e acqua, ed è questo che stiamo perdendo».

Multe, Bonelli, Calenda e Domani

Fino al capolavoro che avrebbe garantito all’attivista un titolo su tutti i giornali a proposito dell’ultima multa ricevuta di 1.400 euro: «Non pagherò. Ho fatto dei blocchi, ho tante multe, ho dei debiti. Pagano i miei genitori? No, sono debiti che si accumulano, probabilmente avrà più impatto nel mio futuro il rischio che non avrò da mangiare».

Formigli non si dà per vinto, insiste su metodo, lei niente, «ho sempre voluto avere figli, ma non so se potrò averli, non so se ha senso averli, non so se i miei figli potranno avere… l’Italia è a rischio, un quinto dell’Italia è a rischio desertificazione». Il conduttore tenta la carta Calenda che definisce Ultima generazione un gruppo di «imbecilli che hanno effetto alienare milioni di persone alla causa giusta dell’ambiente», lei a fare spallucce dicendo che siamo già «alienati dalla realtà» perché il sistema sta collassando ma «ci svegliamo tutti i giorni a vivere come se nulla fosse». Formigli non molla, cita Bonelli e «un bell’articolo di Domani» in cui si dice che forse questa forma di protesta di Ultima Generazione «è arrivata a un limite di sopportazione da parte degli altri, forse dovete studiare un altro metodo di protesta. Anche perché il fatto di rendervi socialmente accettabili nella protesta significa portare dalla vostra parte le persone».

Greta, Ischia la Marmolada, il Po in secca

Bertini gli ricorda che quando fanno lo sciopero della fame «non ne parla nessuno» e chi le dà torto? Dopo avere fatto incazzare tutto il paese quello che le chiede di cambiare metodo la sta facendo parlare in prima serata twittando tutto quello che dice. Ragione il doppio visto il proseguimento della serata in cui si evince che di stili di vita e comportamenti attenti all’ambiente Chloe non vuole parlare: ai “ma Greta fa così, cosà, mi ha detto, mi ha risposto” di Formigli sbotta «io non sono Greta», ai “ma se voi spiegaste come funzionano gli allevamenti di carne industriale…”, replica che «c’è già chi informa», «se ci fossero migliaia di persone in pizza non ci sarebbe bisogno di noi che andiamo a fare queste cose», «noi chiediamo aiuto e solidarietà a tutta la cittadinanza italiana perché ci stanno rubando la vita! La vita che è la cosa più preziosa che abbiamo». E chissenefrega degli stili di vita, il collasso è sotto gli occhi di tutti, basta vedere «le madri che hanno perso i loro figli a Ischia, la Marmolada, il Po in secca».

Il dialogo tra sordi prosegue ma il sordo è Formigli che al pari di Bonelli, Calenda, i begli articoli di Domani insiste col mantra “giusto il messaggio, sbagliato il metodo”. Il metodo funziona eccome, risponde perfettamente a ciò che occorre per cincischiare di salotto in salotto di emergenza climatica e soluzioni à la page, auto elettriche, solare, eolico, monopattini, Greta Thunberg, i figli che non arriveranno, il Po in secca. Il problema è il merito, il problema è pensare che gli ecocatastrofisti c’entrino qualcosa col pianeta da salvare, o riconoscere anche solo un barlume di giusta causa nei contenuti e nel messaggio di Ultima Generazione – e qui non ci dilungheremo in prediche perché (a riprova che il metodo funziona) c’è già chi ha allungato il microfono per raccoglierlo per noi.

«Non avrò un bambino: tra 20 anni, se non morirà di calore, dovrà migrare dove farà più fresco»

È il caso delle interviste alla compagna di lotta Martina Maldifassi, 23 anni e una laurea triennale in Graphic Design e Art Director alla Nuova Accademia di Belle Arti a Milano, supplenze come maestra in una scuola elementare, un talento nell’imbrattare monumenti come il Teatro della Scala, il Dito di Cattelan e nell’arrampicarsi su monumenti come la statua di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo Milano per coprirla di vernice gialla precisando, «Lavabile», «la vernice scelta è a base d’acqua, diluita con il 50 per cento d’acqua». Peccato che il concetto di “lavabile” della dottoressa Naba non si avvicini minimamente a “idrosolubile”: lavandola la vernice si è “fissata” ancora di più sul monumento, occorreranno soldi, ponteggi e restauri speciali per rimediare al disastro.

Maldifassi, dicevamo per restare sulla lungimiranza dei contenuti, un paio di mesi fa bloccava il traffico di Milano rispondendo a una mamma indiavolata perché doveva andare a prendere il suo bambino all’asilo: «Anche io vorrei avere un bambino da andare a prendere all’asilo ma non potrò averlo. Assolutamente no! Perché io penso al futuro e tra vent’anni il mio bambino, se non morirà di calore dovrà migrare con me nei paesi dove farà più fresco. Sì che è una certezza! Sì che è una certezza, è scientificamente provato! C’è la comunità scientifica che dice che la crisi climatica è in corso in questo momento!».

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