Trattativa Stato-mafia, Napolitano invia al tribunale le sue risposte: «Inutile sentirmi in aula»

Il presidente ha anticipato, scrivendo al presidente della corte d'Assise, ciò che direbbe alle domande dei pm: oggi in aula ci sarà la lettura del documento e poi saranno le parti a decidere se ci sarà ugualmente la deposizione

Ha giocato in anticipo il presidente Giorgio Napolitano, e nella lettera inviata al presidente della Corte d’assise di Palermo, ha già risposto alle domande che i pubblici ministeri del processo Trattativa avrebbero voluto fargli in aula. Proprio oggi, 22 novembre, Montalto ne darà lettura in aula perché le risposte del presidente siano a disposizione delle parti.

LETTURA IN AULA. Già ieri Montalto ha sintetizzato il contenuto della missiva così: «Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel manifestare la propria disponibilità a testimoniare chiede che si valuti ulteriormente l’utilità del reale contributo che tale testimonianza potrebbe dare, tenuto conto delle limitate conoscenze sui fatti di cui al capitolato di prova, che nella medesima lettera vengono dettagliatamente riferiti». Ora secondo il codice di procedura penale, tocca alle parti decidere se le risposte sono sufficienti e si può evitare una polemica istituzionale sulla deposizione di un presidente in un’aula di tribunale. Ma, ha sottolineato lo stesso presidente della Corte Montalto, le risposte «Non sono utilizzabili in assenza di accordo acquisitivo delle parti». Il documento non può entrare agli atti senza che i pubblici ministeri e i difensori degli imputati oggi diano il loro assenso.

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