Torino taglia i fondi alle paritarie. «È ora di manifestare»

«Aumenteranno le rette. Se chiudessero, perderebbero il lavoro 500 persone». Intervista a Silvio Magliano, Ncd

A Torino la giunta Fassino ha deciso di tagliare i fondi alle paritarie. Chi ne pagherà le conseguenze? Le famiglie, ovviamente che vedranno aumentare le rette. L’alternativa è la chiusura (che sarebbe un danno, oltre che per le paritarie, anche per Fassino). «Quando si parla di tagli alle scuole paritarie non si riflette mai abbastanza sul numero delle famiglie che verranno penalizzate», dice a tempi.it Silvio Magliano, consigliere comunale Ncd, in prima linea su questo fronte. «Non solo quelle che hanno iscritto lì i propri ragazzi, ma anche quelle che lì lavorano. Stiamo parlando di oltre 5.600 bambini e ben 500 lavoratori, per un totale di 55 scuole nel Comune di Torino. L’amministrazione deve chiedersi dove andranno quei bambini se le scuole chiuderanno e perché continua a trattare quei dipendenti come lavoratori di serie B».

SCUOLE IN DIFFICOLTA’. Magliano racconta che la riunione per il bilancio comunale, nel corso del quale sono stati decisi i tagli, è stata fatta il 31 dicembre 2014, e che i dirigenti scolastici e la Fism hanno saputo della notizia dai giornali. «Tra il Comune e le scuole paritarie vigeva una convenzione, sempre rinnovata di anno in anno, che fissava i fondi a 3 milioni e 250 mila euro l’anno. Questa cifra permetteva alle paritarie di richiedere una retta annua alle famiglie al massimo di 2.100 euro, anche se ci sono scuole che la fissavano più bassa. Nella commissione del 31 dicembre per il bilancio è stato stabilito che i fondi sarebbero stati 2 milioni e 880 mila. È cosa nota che Torino abbia le tasse comunali più alte d’Italia, quindi già di per sé le scuole paritarie sono in difficoltà. Con questa sottrazione di fondi, saranno costrette ad aumentare la retta annua alle famiglie di 40 euro. Per fortuna sono leggermente scese le spese di riscaldamento, perché altrimenti l’aumento sarebbe stato di 60 euro. Sembra una cifra piccola, ma se si immagina che ogni famiglia abbia più bambini iscritti a scuola, il rincaro pesa».

FAMIGLIE, BAMBINI, LAVORATORI. Nella delibera si parla dei fondi previsti per l’anno scolastico 2015/16, ma la situazione è critica già oggi. «Certo non si poteva chiedere alle scuole che aumentassero la retta nel corso dell’anno. Sarebbe stata un’ingiustizia terribile. Ma nel frattempo i fondi dell’anno precedente non sono ancora stati elargiti, e chi ci va di mezzo? I lavoratori delle paritarie. Ci sono insegnanti che non hanno ricevuto la tredicesima, ed è stato promesso loro che arriverà. Proviamo a immaginare se fosse successa una cosa del genere nella scuola statale: in men che non si dica sarebbero stati tutti in piazza. Ed ecco dimostrato ancora una volta che le ore di lavoro dei dipendenti delle paritarie valgono meno».
Si prevede battaglia in sede comunale, nelle prossime udienze, ma Magliano spera che siano sopratutto le famiglie a scendere in campo: «È bene farsi vedere, manifestare. Le paritarie non sono un’entità astratta, sono fatte di famiglie e bambini, che devono difendere, oltre che la libertà di educazione, un servizio pubblico».

Foto scuola da Shutterstock

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