Tiene il patto tra Renzi e Berlusconi

Il premier e il leader di Fi hanno convenuto sull'esigenza comune di proseguire con le riforme. Italicum dopo il 25 maggio. E Berlusconi sulle nomine dei manager: «Hai avuto coraggio, io non lo avrei fatto»

Durante l’incontro di ieri tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, giunto dopo una settimana di tentativi del primo e da lui fortemente desiderato, c’è chi giura (come Il Messagero) che Berlusconi abbia messo le cose in chiaro con un’efficace battuta: «Caro Matteo, facciamo così. Io tengo a bada i miei matti e tu tieni a bada i tuoi matti». Impeccabile sintesi della situazione politica.

CONFERME E TIMORI. I protagonisti non erano soli, accompagnati l’uno da Gianni Letta e Denis Verdini, l’altro da Lorenzo Guerini e Luca Lotti. Stando al Messaggero Berlusconi avrebbe iniziato esprimendo i suoi timori sulla tenuta del Pd: «Il tuo partito regge? Mi sembra in preda al caos e voglioso di farti del male». Renzi avrebbe rilanciato esprimendo le perplessità sulla tenuta degli avversari: «Silvio, ma riesci a fermare i tuoi? Dove vogliono andare? Che cosa vogliono combinare?». Entrambi però avrebbero concordato sulla necessità di andare avanti. Renzi in particolare avrebbe messo i puntini sulle i: «Voglio vedere i fatti. E i voti che Fi darà, in Commissione e in aula, saranno i fatti concreti, perché questa riforma è importante e io mi sono impegnato a farla approvare entro il 25 maggio. Non per campagna elettorale, ma perché serve al Paese». Poi il premier avrebbe anche aggiunto un invito all’avversario politico: «Questa è una riforma importante, che piace anche al tuo elettorato, dovresti cavalcarla e rivendicarla, non arroccarti in difesa».

ATTESTATO DI STIMA. Alla fine l’incontro si è chiuso con una riconferma di tutti i punti al centro del patto del Nazareno. Saranno cambiate le realtà quotidiane dei protagonisti, ma oggi come allora entrambi hanno riconosciuto la comune esigenza di proseguire sulle modifiche al Senato e poi alla legge elettorale (anche se Berlusconi ha dovuto acconsentire allo slittamento dell’Italicum a dopo il 25 maggio, data per cui è attesa l’approvazione del disegno di legge costituzionale su Palazzo Madama). «Berlusconi vuole un riconoscimento pubblico, noi vogliamo la riforma» ha riferito Renzi ai suoi, secondo il Corriere della sera, alla fine dell’incontro. Parrebbe però che l’appuntamento di fatto si sia trasformato in un attestato di stima. Renzi è entrato all’incontro dopo aver comunicato le nomine dei manager pubblici, ancora carico di entusiasmo. «Sono soddisfatto della rivoluzione che abbiamo fatto sulle donne, mettendole ai vertici» ha detto all’avversario politico, che ha avuto da ridire su varie nonime, ma che ha anche ammesso: «Hai avuto un bel coraggio, io non lo avrei fatto».

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