Suora in Nigeria: «Abbiamo paura, Boko Haram ha legami con il governo»

Intervista a Caterina Dolci, suora missionaria bergamasca da 27 anni in Nigeria: «La sicurezza qui non esiste e non ci si può fidare più di nessuno, abbiamo paura. Tutti sanno che Boko Haram ha legami con il governo e l'esercito».

«Abbiamo paura, ora bisogna stare attenti a qualunque cosa. Nessuno si fida più di chi non conosce, tutti mettono alle porte delle chiese delle persone che sorveglino le funzioni. E il problema non è tanto Boko Haram, ma chi sta alle loro spalle». Caterina Dolci, suora missionaria bergamasca del Bambin Gesù, da 27 anni in Nigeria – «scrivi solo nel centro-nord perché sono facilmente riconoscibile e non sarei al sicuro se si venisse a sapere dove sono» – racconta a Tempi.it la difficile situazione dei cristiani, ma anche dei musulmani, nel paese più popoloso dell’Africa, sconvolto nelle ultime settimane dagli attentati nel nord del paese, a maggioranza musulmana, rivendicati dalla setta islamica Boko Haram.

Che cosa intende quando dice “chi sta alle loro spalle”?
I membri della setta terroristica di Boko Haram hanno legami con il governo e con l’esercito. Lo sanno tutti. Per questo la situazione non è bella e neanche i musulmani sanno più di chi possono fidarsi.

Vi sentite protetti dal governo?
Allora, diciamo la verità: la sicurezza in Nigeria non esiste, nessuno si fida della polizia e dei militari perché per fare attentati come quelli realizzati da Boko Haram c’è bisogno del loro appoggio. Il governo non è in alcun modo in grado di garantire la sicurezza e per questo dobbiamo difenderci da soli.


Il presidente della Repubblica Goodluck Jonathan ha deciso di tagliare le sovvenzioni al settore petrolifero e il costo della benzina è raddoppiato. Ha detto di avere agito nell’interesse generale del paese.
I prezzi sono raddoppiati e adesso è ancora in atto lo sciopero generale: scuole, ospedali, negozi e uffici sono chiusi. Non so dire quando si tornerà alla normalità. Io non so se il suo intervento sia davvero nell’interesse del paese ma, anche se lo fosse, questo è di certo il momento sbagliato. La gente pensa che ci siano ben altre priorità. Già la tensione era alta e ora lo è ancora di più. Con questo provvedimento il suo gradimento è sceso di molto.

Com’è considerato Jonathan dai nigeriani?
Il presidente è molto alla mano, è una persona semplice, un brav’uomo ma probabilmente non è adatto a governare un paese così contraddittorio in un frangente complesso come questo.

In Italia in tanti sostengono che dietro gli attacchi settari di Boko Haram, ci siano motivazioni politiche.
Il problema di fondo è che i musulmani del Nord vogliono avere un presidente della Repubblica islamico. Già alle scorse elezioni c’erano stati molti problemi e disordini. Goodluck, che è cristiano, era vicepresidente ed è salito al potere nel 2010 in seguito alla morte del presidente islamico Umaru Yar’Adua. La gente è convinta che tutto quello che sta accadendo è dovuto alla intransigenza dei musulmani del Nord.

Esponenti di Boko Haram hanno chiesto ai cristiani di abbandonare il Nord per il Sud, che è a prevalenza cristiano.
Ma questo non è possibile, perché ci sono molte etnie al Nord che non sono islamiche. Etnie che abitano il Nord del paese da sempre. E come si fa a dirgli: via da qui. Per andare dove? La situazione è veramente brutta ed è un peccato perché nella zona dove vivo io, ad esempio, la gente viveva in pace con i musulmani. Ora nessuno si fida del proprio vicino, anche se in realtà è da qualche anno che la situazione è peggiorata.

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