Senza rigassificatore affonda tutta l’Italia. Piombino inclusa

Il sindaco di Piombino ha annunciato il ricorso al Tar contro l'ok alla collocazione del rigassificatore. È un errore. La città sarà ampiamente compensata, compreso un taglio del 50 per cento delle bollette. Vantaggio che non è stato offerto a Ravenna

Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, commissario straordinario per la collocazione della nave rigassificatore Golar Tundra a Piombino per tre anni, ha firmato l’autorizzazione e approvato il memorandum Piombino. Il Comune, su indicazione del sindaco di Fratelli d’Italia Francesco Ferrari, ha annunciato che farà ricorso al Tar. Una scelta più che discutibile.

Le ragioni di chi si oppone al rigassificatore

I critici hanno ovviamente le loro ragioni, non soltanto perché nessuna città di mare vorrebbe avere una nave rigassificatore nel proprio porto. Ci sono da considerare anche il rischio di incidenti tra traghetti diretti all’Elba e navi metaniere, le tubazioni per il trasporto di gas che passeranno nella zona industriale, il rischio di danni ambientali per lo scarico in mare di candeggina, utilizzata per sterilizzare l’acqua di mare necessaria al funzionamento del rigassificatore.

Il progetto è stato fatto e approvato in fretta, è vero, ma non si può dimenticare che deve rispondere a una crisi energetica senza precedenti nella storia europea e non c’è dubbio che in assenza della guerra del gas con la Russia i tempi sarebbero stati molto più lunghi e i controlli più approfonditi e adeguati.

I vantaggi per Piombino

Piombino e i suoi abitanti, del resto, non saranno certo taglieggiati da Stato e Regione. Il Comune, infatti, riceverà fondi per la bonifica dell’area siderurgica intorno al porto, la costruzione di una variante stradale di collegamento diretto con il porto senza passare nella città e nuovi impianti di energia rinnovabile.

Soprattutto, residenti e imprese di Piombino e comuni limitrofi otterranno sconti sul prezzo del gas fino al 50 per cento. Un incentivo che di questi tempi, con i prezzi energetici aumentati di quasi il 100 per cento rispetto all’anno scorso, non può essere minimizzato.

L’esempio virtuoso di Ravenna

La situazione è completamente diversa a Ravenna, dove verrà collocato un altro rigassificatore galleggiante, il Bw Singapore, al largo della costa di Punta Marina. Contrariamente a quanto avvenuto a Piombino, maggioranza e opposizione in Consiglio comunale hanno approvato in modo bipartisan la proposta.

In cambio, come compensazione, Snam realizzerà una grande corona di verde, con 90 ettari boschivi sul litorale del lido ravennate di Punta Marina, il completamento di una pista ciclabile di 30 chilometri e opere di efficientamento energetico in città.

I rischi per l’Italia

I due rigassificatori sono fondamentali per l’Italia. Complessivamente, hanno una capacità di rigassificazione di circa 10 miliardi di metri cubi l’anno. E come dichiarato dall’ad di Eni, Claudio Descalzi, servirebbe anche riavviare quello di Gioia Tauro per «mantenere i prezzi più bassi».

Attualmente secondo Reuters ci sarebbero più di 35 navi metaniere ferme attorno alle coste della Spagna e nel Mediterraneo in attesa di scaricare i propri carichi di Gnl. I rigassificatori europei attualmente sono troppo pochi non riescono ad accogliere altri carichi. Se questo da un lato può far scendere i prezzi del gas, dall’altro potrebbe spingere alcuni produttori a portare i propri carichi in Asia. Un rischio che l’Italia, se vuole rinunciare al gas russo, non può permettersi di correre e per cui ha disperatamente bisogno di costruire nuovi rigassificatori.

Anche per questo il sindaco di Piombino sbaglia ad annunciare il ricorso al Tar. Con le aziende che chiudono per i rincari energetici e la produzione industriale che rallenta, è chiaro che se non si trova un’alternativa al gas russo, anche se ha le orribili fattezze di un rigassificatore, affonda tutta l’Italia. Piombino inclusa.

Foto Ansa

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