Ma se vince l’amore, perdiamo tutti. Un monito controcorrente dall’America

Cos’è davvero il matrimonio? Tre accademici Usa rispondono con la forza della ragione a una domanda divenuta preda dell’emozione. Parla uno di loro

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti).

Il matrimonio tra uomo e donna è un bene per la società, ogni altra cosa che pretenda di sostituirlo la minaccia. E questo resta vero a prescindere dalla propria fede religiosa. A dirlo sono tre professori delle università americane di Princeton e Notre Dame che, già nel 2011, avevano previsto quello che sarebbe accaduto con l’approvazione delle unioni fra persone dello stesso sesso. Lo studio di Robert George, Ryan Anderson e Sherif Girgis, titolato What is Marriage?, pubblicato sull’Harvard Journal of Law and Public Policy, una delle riviste giuridiche statunitensi più importanti, ha destato scalpore e proteste, soprattutto da parte dei sostenitori delle unioni omosessuali. Il testo, ora tradotto e pubblicato dalle Edizioni Vita e Pensiero (124 pagine, 15 euro) con il titolo Che cos’è il matrimonio?, basa la difesa della famiglia su argomentazioni razionali, senza inoltrarsi in speculazioni religiose o teologiche, «perché oggi sono gli ambienti accademici a plasmare la cultura». Tempi ha intervistato uno dei tre autori, Sherif Girgis.

Siamo in un momento storico in cui la gente sembra essere incapace di riconoscere le evidenze. La maggioranza è guidata dalle emozioni e dagli slogan ripetuti dai media. Non è anacronistico pubblicare un libro che difende il matrimonio fra uomo e donna su una base meramente razionale?
È vero, oggi a educare la maggioranza delle persone, persino coloro che cercano di resistere alla loro influenza, sono i media. Ma chi dirige giornali, programmi televisivi, chi scrive i copioni dei film o i brani musicali, è influenzato dall’ambiente accademico. Il primo scopo del nostro libro è quello di aiutare le persone che comprendono, anche solo istintivamente, la verità sul matrimonio a dare ragione della propria visione.

Dopo la sentenza della Corte suprema com’è cambiata l’America? Già nel 2011 avevate fatto delle previsioni, erano corrette?
Sì, ma due di queste si stanno realizzando più velocemente di quanto ci aspettavamo: la prima è la libertà religiosa minacciata, la seconda è la spinta per una liberalizzazione ulteriore della sessualità e del matrimonio. Per quanto riguarda la prima, si sta svolgendo una battaglia su più fronti: politico, legale, culturale, non solo interna alle istituzioni pubbliche, ma anche a quelle private. Un numero crescente di persone è forzato ad agire secondo i “diktat” del potere giudiziario e dei nuovi regolamenti governativi sulla discriminazione: i fotografi rischiano se si rifiutano di immortalare i matrimoni fra persone dello stesso sesso, le agenzie di adozione non possono negare alle coppie omosessuali il “diritto” ad avere figli, nelle università si vieta di difendere determinate visioni. Addirittura, qualcuno, privatamente sorpreso a esprimere un parere discordante da quello della cultura dominante, è stato licenziato. Per quanto riguarda la seconda previsione, basta guardare di sfuggita le testate e i programmi principali per accorgersi che la spinta al riconoscimento delle relazioni poligamiche è già in atto. Tutto questo accade perché nessuno sa più che cosa sia il matrimonio.

E che cos’è il matrimonio?
È l’unione esclusiva e fedele fra un uomo e una donna, intrinsecamente orientata alla procreazione e all’educazione dei figli che lo distingue da qualsiasi altro legame. Le tradizioni religiose non hanno inventato questa visione, ma hanno riconosciuto e valorizzato quella che è un’istituzione naturale, una pratica sociale che può essere compresa dalla ragione di ogni essere umano, qualsiasi sia il suo credo. Al contrario, i revisionisti ci hanno convinti che il matrimonio sia l’unione di due persone vincolate da un amore romantico.

Fra le altre conseguenze avete previsto uno svilimento dei legami di amicizia. Può spiegare cosa intendete?
Se il matrimonio non è più una relazione fondata su un’unione fisica completa con una persona del sesso opposto e orientata alla procreazione, ma bensì un’unione che si differenzia dalle altre solo per il grado di intensità emotiva, sarà difficile vivere relazioni di amicizia profonde. Se il divorzio ha alimentato il sospetto nell’amicizia fra uomo e donna, il riconoscimento delle unioni sentimentali introduce una distanza anche nelle relazione amicali fra persone dello stesso sesso. Nella cultura maschile americana questo fatto è sempre più evidente: non ci si coinvolge troppo per evitare il sospetto che ci sia un interesse sessuale per l’amico. Dunque più diciamo alla gente che il matrimonio è solo un rapporto di intimità sentimentale, più l’intimità sarà legittimata solo al suo interno, ma così il matrimonio diventa una relazione soffocante e i rapporti sociali si sviliscono. Al contrario, se l’esclusività promessa allo sposo nel matrimonio si fonda su un legame naturale e generativo esclusivo, riconosciuto pubblicamente, i coniugi saranno liberi di vivere senza ambiguità altre forme di comunione basate su rapporti di amicizia stringenti e quindi costruttivi.

Un numero crescente di istituzioni cattoliche sta accettando l’imposizione dell’ideologia gender. Come mai?
I leader del movimento Lgbt spingono inevitabilmente sulle istituzioni religiose perché sono le uniche rimaste a ricordare loro ciò che vogliono dimenticare: che le unioni fra persone dello stesso sesso sono sbagliate. Non a caso, poi, la battaglia viene giocata a livello legislativo.

Che alternative hanno coloro che vogliono difendere il matrimonio?
Non sola la Chiesa ma chiunque crede nel matrimonio è chiamato ad avere molto coraggio nei prossimi vent’anni, perché questa battaglia non finirà presto. È ingenuo pensare che se noi smettiamo di combattere lo faranno anche gli altri: loro voglio vincere su tutti i fronti.

Che interessi hanno i governi a sostenere questo programma che somiglia a un suicidio sociale?
La contraccezione prima, il divorzio, l’aborto e la pornografia poi, hanno minato la nostra comprensione di cosa sia il matrimonio e la sessualità e quindi anche quella dei governanti. Ma tutto questo è il prodotto di una mentalità che si è diffusa in Occidente in centinaia di anni, con la modernità la persona comincia a essere vista come un individuo autonomo, tanto più felice quanto più ottiene qualcosa per sé a prescindere dagli altri. Ora siamo giunti alle estreme conseguenze di questo pensiero grazie alla rivoluzione sessuale, mediatica e tecnologica.

Cosa ne pensa delle fondazioni filantropiche e delle multinazionali che finanziano le campagne legislative a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso?
Anche loro pensano che la religione e la tradizione siano oppressive e restrittive, quindi che la Chiesa sia un’istituzione da abbattere.

La sua visione ha spazio nel dibattito pre elettorale degli Stati Uniti?
I politici che sposano la visione tradizionale stanno discutendo principalmente del fatto che il potere giudiziario debba applicare la legge e non far valere le proprie opinioni in maniera indiscriminata: in Oregon due coniugi che gestiscono una pasticceria e che si erano rifiutati di fornire una torta nuziale per un matrimonio omosessuale, sono finiti davanti al giudice per aver violato la legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Legata alla questione giudiziaria c’è anche quella legata alla libertà religiosa protetta dalla Costituzione. Ma il problema è che oggi, per paura di perdere consensi, non si spiega più perché il matrimonio fra uomo e donna è l’unico possibile. Questa scelta, oltre a essere politicamente miope, lede la libertà di espressione: come si può difendere se si pensa che essa promuova una visione ingiusta?

Come si guarisce?
La guarigione non dipende solo da noi. Il massimo che possiamo fare è guardarci intorno, capire quali sono i problemi che ci circondano, valutare i nostri talenti e, per chi crede, discernere e capire come Dio ci chiama a risolverli. Con energia, coraggio e orgoglio, sostenuti dalla preghiera, ci è chiesto di adempiere alla nostra missione di battezzati: la fedeltà al Vangelo che ci rende già vincitori. Il resto è nelle mani di Dio.

@frigeriobenedet

Foto Ansa

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