Tre nuovi sbarchi clandestini a Siracusa. Giunti 346 siriani in 24 ore. «Fuggono dalla guerra»

In uno dei barconi una donna ha partorito. Un cronista che ha visitato il centro di primo soccorso: «Molti hanno con sé smartphone e valigie. Si ipotizza arrivino con una nave madre dalla Turchia»

Migranti siriani sbarcano a Porto Palo (Sr)

Gli ultimi tre sbarchi a Siracusa, in Sicilia, sono stati stamattina, 29 agosto, quando sono approdati i tre barconi avvistati e scortati dalla Guardia costiera. Il primo è giunto alle sette, con 191 persone a bordo; due ore dopo alle 9 ne è giunto un secondo con 155 passeggeri, quindi l’ultimo quasi a mezzogiorno da Porto Palo (Sr). Sul primo di questi barconi una donna ha dato alla luce un bimbo durante la traversata, oggi mamma e figlio sono stati ricoverati al policlinico Umberto I e stanno bene.
Massimo Leotta, cronista locale de La Sicilia è tra i primi testimoni oculari ad aver visto cosa accade ai migranti che approdano in Sicilia, tutti provenienti dalla Siria. Leotta si è recato di persona al centro in cui sono identificati in queste ore.

Quante persone sono sbarcate negli ultimi giorni?
Dall’inizio dell’anno settemila, nell’ultima settimana 700 persone e infine oggi queste 346 tutte siriane. Ma più in generale teniamo presente che tra Siracusa e Porto Palo, il comune più a Sud d’Europa, arrivano due sbarchi al giorno e nelle ultime settimane si tratta esclusivamente siriani. La differenza dai migranti che arrivano di solito dal Centro Africa – qui in Sicilia di solito giungono molte persone da Somalia, Eritrea, Etiopia – è evidente anche ad una prima occhiata. Dall’Africa arriva gente disperata in condizioni di miseria, mentre chi è arrivato dalla Siria è visibilmente vestito all’occidentale; sono molti quelli che hanno con sé cellulari smartphone. Sono persone che fuggono dalla guerra ma non dalla miseria, tant’è che moltissimi di loro arrivano con documenti e valige. Le camerate nel centro di prima accoglienza di Siracusa, dove vivono per un massimo di due o tre giorni prima di essere trasferiti nei Cara, sono molto ordinate, lo stile di vita è diverso.

Chi sono queste persone? Si sa di che religione siano?
Non sappiamo la loro religione, ma agli operatori quasi tutti stanno spiegando che non intendono fare una richiesta d’asilo in Italia, ma che preferirebbero arrivare in Germania o Svezia e fare lì la loro richiesta. Esemplare è il caso accaduto qualche giorno fa in una celebre località turistica qui in provincia di Siracusa, contrada San Lorenzo. Come abbiamo ricostruito intervistando gli operatori turistici del luogo e i testimoni, alcuni siriani, già emigrati in passato in paesi del Nord Europa, sono arrivati qualche giorno prima nel residence turistico della zona. Dopo aver ricevuto una chiamata da chi viaggiava su queste carrette, in nottata gli ospiti del residence hanno fatto giungere, prenotandoli, diversi taxi di grosse dimensioni. Hanno atteso lo sbarco clandestino dei loro cari, li hanno riabbracciati e a bordo dei taxi sono ripartiti verso il Nord.

Migranti siriani salvati dai bagnanti a Porto Palo (Sr)

Chi arriva con i barconi intercettati dalla Guardia costiera dove viene accolto?
Chi arriva a Siracusa viene accolto nel centro Umberto I, oltre che in una tendopoli nella provincia. In città ci sono 200 posti, ma in piena emergenza si è arrivati ad ospitare 600 persone. La gestione in queste situazioni diventa complicata, ma si cerca di offrire le migliori condizioni possibili. C’è però una cattiva collaborazione di certe etnie e ci sono anche migranti che non esitano a distruggere le strutture. Oggi sono entrato nel centro. Ho visto donne dividersi dai loro uomini e stare in una zona del campo, poi ho notato diversi uomini vestiti all’occidentale e in modo assolutamente dignitoso e simile al nostro, spesso con il cellulare in mano. Ho visto molti trolley poggiati davanti alle inferriate, e i bambini che giocano in cortile. Si avverte un’atmosfera di attesa, come se davvero si toccasse con mano che chi è qui non è destinato a rimanere, ma vuole andare via. Dell’accoglienza si occupa la Croce Rossa e la polizia, mentre i pasti, completi, vengono serviti da un’agenzia di catering che si occupa da sempre del campo.

Si sa che tragitto hanno affrontato per arrivare in Sicilia?
Per il momento non c’è alcuna informazione certa, e solo alcune ipotesi investigative. Pare sia molto probabile che queste persone partano dalla Turchia con una nave madre, e a ridosso delle coste italiane si avvicinino sui barconi. Ma si tratta per l’appunto di ipotesi confidenziali in attesa di ulteriori verifiche.

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