Santorum: «Lavoro per le elezioni presidenziali del 2016»

Il cattolico conservatore che ha scaldato e unito la base del partito non si ferma: «Ora bisogna impegnarsi più di prima».

Aveva rischiato di correre contro Obama. Dalla sua parte il favore della base del partito repubblicano che gli aveva permesso di ottenere una vittoria dopo l’altra spendendo praticamente un centesimo di quello che Mitt Romney usava per finanziare la campagna alle primarie. La sua storia aveva così riempito le pagine dei giornali, conservatori e liberal, tutti colpiti, commossi o scandalizzati anche dalla sua vicenda personale. Quella che poi lo aveva convinto una volta per tutte a lasciare il posto allo sfidante comunque in vantaggio.

LA PAURA DELL’ESTABLISHMENT. Ma la presenza dell’ex senatore Rick Santorum aveva preoccupato l’establishment del Gop, impreparato a gestire un candidato che era parso “troppo” anche ai vertici repubblicani. Perché Santorum era quello della fede che deve incidere nell’azione politica, delle norme naturali vere per tutti e necessarie a una società che vuole rinascere. Era quello del no all’aborto senza se e senza ma. Dell’educazione libera, del no al matrimoni gaye alla pornografia. Ma anche quello della sussidiarietà, della libera iniziativa e dello Stato leggero. E dell’America tradizionale dei padri fondatori. Tanto da riuscire a unire, per la prima volta, cattolici ed evangelici riportando questi ultimi alla militanza massiccia.

LOTTA INTERNA AL GOP. Ora, in una recente intervista al Weekly Standard, Santorum alla domanda su una sua possibile candidatura nel 2016 ha dichiarato: «Sì sono aperto a questa possibilità». Una risposta per nulla scontata dato che per decidere di correre alle primarie il candidato cattolico aveva dichiarato di aver pregato per un anno prima di decidere. L’uomo che si era detto preoccupatissimo per il futuro degli Stati Uniti e dei suoi figli, in caso della vittoria di Obama, ha spiegato che questo è il momento di impegnarsi ancora di più: «Penso che in atto ci sia una battaglia anche interna al partito, su quale debba essere la sua anima». Con Obama al governo non si potrebbe lavorare se non con una visione alternativa forte e convincente. Per questo, ha continuato l’ex senatore, «noi conservatori abbiamo qualcosa da dire. Penso alla nostra battaglia e dico che non abbandoneremo il campo».

IL SUO NUOVO GRUPPO. Ricordando di aver vinto in 11 Stati come nel 1976 li vinse Ronald Regan, il punto di riferimento da lui sempre richiamato, Santorum ha spiegato che a Romney sarebbe mancata la capacità di legare la politica alla vita quotidiana dei cittadini: «Bisognava dire che questa era un’elezione referendum su quale America si vuole essere, su cosa significa per noi come paese prendere la strada del socialismo europeo; invece noi non abbiamo posto la questione, mentre credo che l’America fosse pronta a porsi il problema». Santorum ha poi detto della necessità di supportare realmente gli immigrati e i poveri, iniziando dai movimenti, le associazioni e le parrocchie. Quel che è certo già da oggi e che da qui al 2016 Santorum lavorerà con il suo nuovo gruppo Patriot Voices in un’attività di tipo educativo, culturale e politico per dare voce a un’America che non vuole rinunciare alla sua identità.

@frigeriobenedet

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