“Salviamo le due vite”. Argentina, in 600 mila in piazza per dire no all’aborto

Sabato, in una manifestazione promossa dagli evangelici, una marea umana si è riunita presso l’obelisco di Buenos Aires

Articolo tratto dall’Osservatore romano – Mentre si susseguono da parte cattolica le prese di posizione contro la legge sulla depenalizzazione dell’aborto che sarà portata oggi al voto del senato — l’ultima in ordine di tempo è la lettera aperta degli «Studenti per la vita» dell’università di Buenos Aires — ha destato impressione la marea umana che sabato scorso si è riunita presso l’obelisco della capitale per partecipare alla manifestazione «Per le due vite» organizzata dall’Alianza cristiana de Iglesias evangélicas de la República Argentina (Aciera). Quasi seicentomila persone: è stata questa la risposta dei fedeli evangelici ai contenuti del provvedimento che sta per concludere il suo iter parlamentare. Fazzoletti celesti e slogan come «Salviamo le due vite» (della donna e del figlio che porta in grembo), «Gesù è la via» e «Se si vota per l’aborto, non voterò»: la manifestazione — la più affollata in assoluto finora — è stata accompagnata da molti cattolici che si sono uniti per gridare ancora una volta Vale toda vida.

Su un palco con uno schermo gigante si sono alternati gruppi musicali e predicatori che hanno guidato le preghiere per le famiglie, i senatori, i nascituri, le donne alle prese con gravidanze difficili o indesiderate. Nel corteo, tantissimi giovani.
In Argentina ci sono più di sedicimila chiese evangeliche. Di esse, quindicimila appartengono all’Alleanza cristiana delle Chiese evangeliche. In una dichiarazione, l’organizzazione ha affermato che «le Chiese evangeliche dell’Argentina non appoggeranno alcun candidato che promuova l’aborto». A tal proposito, il suo presidente, Rubén Proietti, ha detto al quotidiano «Clarín» che «i legislatori non stanno rappresentando i sentimenti della gente», riferendosi anche alle «pressioni che stanno facendo loro cambiare posizione».

Paula Delvecchio, pastora incaricata del discorso centrale della giornata, si è rivolta ai legislatori: «Senatori e senatrici della nazione, nelle vostre mani è la decisione più importante del vostro mandato. Non importa quale sia la vostra ideologia politica: in questo caso si tratta di superare la linea tra la vita e la morte. Per il popolo evangelico rappresentato qui, quella linea non è negoziabile». Da parte sua, Raúl Magnasco, presidente di Más Vida, organizzazione non governativa pro-vita che riunisce più di un milione di persone, ha dichiarato in una nota che «siamo passati dall’essere la maggioranza silenziosa al costituire la maggioranza attiva del nostro paese. La ola celeste si è trasformata in una marea celeste, che ha oltrepassato le frontiere raggiungendo sedici paesi. Se il voto di mercoledì si conferma a favore della vita, sarà una vittoria di tutta l’America unita, non solo dell’Argentina».

Nel contesto del dibattito sulla legalizzazione dell’aborto che si svolge in questi giorni al congresso, la manifestazione mirava a riaffermare «il valore e il diritto alla vita», ha spiegato l’Aciera. Allo stesso tempo, gli evangelici hanno espresso il loro «rifiuto a qualsiasi proposta politica che promuova, appoggi o legalizzi l’aborto in Argentina». Il raduno nazionale «Salviamo le due vite» aveva l’obiettivo di affermare che l’aborto è una pratica criminale e di tortura nei confronti di un nascituro e non — come si tenta di far credere — una politica sanitaria, «perché non mira a curare ma a causare la morte».

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