Sadhguru, la spiritualità che piace alla gente che piace

Dite a Gramellini che "l'elefante nella stanza" non cerca risposte ma cura dell’anima-social. «Nulla ha senso», «tutto è dentro di noi», il segreto per lo yogi mistico mondano è «non fare niente. E condividere». Ovazione dei fedeli-pazienti-follower: «Ti unlocka qualcosa dentro»

Da Hollywood a Milano tutti matti per Sadhguru, mistico e «guru ignorante» indiano (foto Ansa)

«La vita è come un tram di Milano: se ti ci siedi dentro, ti porterà di certo a destinazione. Ma se ci finisci sotto è terribile». Ma chi è il ghost writer di Sadhguru, all’anagrafe Jagadish Vasudev? Federico Palmaroli in arte Osho di Come dice coso?

Dice in particolare Gramellini sul Corriere che quattromila persone stipate all’Allianz Cloud di Milano ad ascoltare un guru indiano sono «l’elefante in mezzo alla stanza», «sintomo di un bisogno generato da un malessere non solo economico, ma esistenziale». E siccome capisce niente la cultura, la scuola, la religione, la politica, la destra ma pure la sinistra, «dovremmo stupirci se persino nella frenetica, pragmatica Milano il desiderio di rassicurazione e pace interiore riempie i palazzetti?». «L’essenziale è invisibile agli occhi».

Ma cosa cerca la gente in Sadhguru, guru ignorante?

Ha ragione Massimo Gramellini de Saint-Exupéry, se solo tali bisogni e desideri non fossero amministrati dal mistico più mondano – e corteggiato dalle star di Hollywood – del pianeta. Uno invitato a pontificare alle Nazioni Unite, Google, Microsoft India, la Banca Mondiale e per tre volte al World Economic Forum, seguito da 11 milioni di follower, una passione per le motociclette, il suolo (sua la campagna «Save our soil») e con un giro d’affari grosso così. Numeri che dovrebbero aiutarci a chiamare le cose col loro nome: è davvero “spiritualità” quella che la gente cerca e non trova – sintetizziamo dal Caffè di Gramellini – in una filosofia troppo illuminista, in una scuola troppo materialista, in una religione troppo sociale e in una politica che «non coltiva più una visione del mondo», ma solo nel signor yogi Sadhguro, il santone che piace alla gente che piace?

Eppure il Corriere c’era ad ascoltare Sadhguru (significa «guru ignorante») tra Rkomi, Izi, Ghali, Irama al Moysa, hub ideato da Shablo, produttore di Blanco, e compagnia dell’ambarabaciccìcoccò cantante (per gli illuministi ignoranti: si sta parlando di un incontro privato tra guru e venti artisti italiani). «Si sono ritrovati tutti per un motivo: parlare di spiritualità». Sono usciti grati per lo «stretching mentale» (copy Ghali). Ma cosa dice Sadhguru?

La vita non ha senso e Guzzanti era un profeta

Dice che non ha senso chiedersi qual è il senso della vita perché «i significati sono un inganno», dare un significato alle cose è una «malattia della mente umana», e «la creazione non ha significato». E che «ci sono solo esseri umani individuali», non greggi, ognuno crea «il proprio mondo», «perché devi trovare la felicità?», «la vita è come un tram», meglio sopra che sotto. Soprattutto dice che la religione è una immensa fesseria:

«Perché crediamo in qualcosa che non sappiamo? Bisognerebbe essere onesti e dire: questa cosa non la so, ma preferiamo credere e a quel punto non accettiamo chi crede in qualcosa di diverso. Ma sappiamo da dove siamo venuti? No. Come possiamo sapere dove andremo? Il processo spirituale avviene quando realizzi che non sai niente di questa vita, e allora inizi a cercare. Una persona spirituale è un ricercatore. Un credente crede e basta. Ma la confusione è meglio delle conclusioni».

Ma se non sappiamo niente, tranne che niente ha significato, che diavolo dovrebbero cercare le “persone spirituali”? La pace di una parrocchietta contemporanea tutta meme di galassie e soli nascenti, fraseggi orientali, mantra gutturali, tappeti, incensi, riduzione dello stress e aumenti di anandamide, si direbbe vedendo i video del palazzetto colmo di gente che medita e poi piange commossa con le mani giunte perché ha sentito cinque ore di cose come «prendete il controllo di mente, corpo, emozioni e energia e vivete una vita appagante», «quello che succede nel mondo è frutto di quello che accade dentro di noi» (lo diceva anche il profeta Quelo di Guzzanti, «La risposta è dentro di te ma è quella sbagliata», e non si pagava fino a 900 euro di biglietto per ascoltarlo all’Allianz Cloud di Milano o all’Onu).

La cura dell’anima social: non fare niente e condividere

Dite a Gramellini che l’elefante nella stanza alimenta uno dei migliori business del vecchio e nuovo millennio: la cura dell’anima, anzi dell’anima social. C’è del genio a predicare che la sete di significato è una malattia e la meditazione la sua medicina – aiuta a «creare te stesso a tuo piacimento», «chi sei, è interamente opera tua» – pazienti e follower non finiranno mai. Pazienti, sì, perché la cifra della nuova “spiritualità” è la sua riduzione a benessere psicologico, una terapia che trasformi il dolore in pace interiore. E si capisce l’astio per la religiosità che vive tutto secondo umanità (e infatti conosce anche le persecuzioni) e chi cerca un senso.

Non è mera new age: «Vi darò il codice del wifi e voi avrete accesso al web, a una realtà nuova», promette Sadhguro agli artisti-influencer tutti social, reel e reazioni dei follower (avete letto le interviste o anche solo seguito la puntata dei Ferragnez dedicata a Sanremo? Perfino i termini del linguaggio dell’affettività e delle relazioni sono stati sostituiti da perifrasi quali «siamo in connessione», «ci diamo supporto»).

«Io chiedo solo 32 ore di tempo focalizzato. La soluzione a tutti i problemi umani è dentro di noi», ha continuato a cantilenare il guru intervistato dal Corriere, «gioia e tristezza, arrivano da dentro di noi», «Piaceri o dispiaceri non vengono da fuori, ma da dentro di noi». Ci vuole del genio a fare milioni di fedeli, pazienti e seguaci senza dire e fare assolutamente nulla: «Io non ho un lavoro e non ho mai lavorato in vita mia. E non ho nemmeno una vocazione. La sola cosa che sono bravo a fare è stare fermo a non fare niente. E meditare, anche per molte ore di fila. Dopodiché condividere». Condividere! Ovazione degli artisti: «È un modo di affrontare le cose che ti unlocka qualcosa dentro, è uno stretching mentale»: la frase è di Ghali, del resto lo dice anche il guru che niente ha significato.

Exit mobile version