Cosa ci suggerisce il riordino “punitivo” avviato dall’uomo di Renzi all’Istat

Finiti i soldi (nostri) per gli incentivi alle assunzioni e finita la crescita dell’occupazione, il premier intende forse combattere la disoccupazione tenendo puntato il “revolver Alleva” alla nuca degli statistici?

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Sul Blog “Numerus” del Corriere della Sera Donato Speroni, il 2 aprile scorso, ha scritto un articolo serio, documentato e dal tono (fin troppo) equanime sul calcolato e imminente disastro che l’ennesimo “uomo di Renzi”, al posto giusto e al momento giusto, prepara per l’ennesimo pezzo di Italia che funziona(va) e che verrà ridotto a rottami: parliamo di Giorgio Alleva, presidente dell’Istat dal 15 luglio 2014.

L’ultimo «clamoroso errore» di Alleva, secondo Speroni, sarebbe la recente estromissione della ricercatrice Linda Laura Sabbadini, ex responsabile del dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell’istituto. Non entriamo, come fa Speroni, nel merito né dei legittimi scazzi fra un presidente di un ente e un dirigente, né sul curriculum della Sabbadini. Il vero punto, messo in evidenza dal blogger, riguarda la procedura, opaca e con prassi da “spedizione punitiva”, di una (inutile) riorganizzazione di quello che dai (veri) esperti internazionali è considerato uno dei migliori istituti nazionali di statistica al mondo.

Anzi, a voler pensar male – che si fa peccato ma ci si prende sempre –, non vorrei che il polverone sollevato intorno alla giubilazione della Sabbadini su Facebook possa in qualche modo coprire una ben più vasta e capillare opera di “epurazione di statistici” su settori, quali il lavoro o la contabilità economica nazionale, dove l’imparzialità della rilevazione e della documentazione pubblica di quello che è lo stato di salute di un paese dovrebbe essere sacra come la libertà di stampa e di opinione – e forse più. Lo stesso Speroni – vengono i brividi giù per la schiena a leggerlo – evidenzia infatti che nel nuovo organigramma mancano nomi quale quello di Cristina Freguja, direttrice delle statistiche socio-economiche (tra cui la fondamentale indagine Rilevazione sulle forze di lavoro). «All’Istat – conclude il giornalista del Corriere – oggi come non mai, si respira un clima di sospetto, di divisione in fazioni, di diffidenza per tutto quello che è stato fatto prima dell’attuale presidente».

Pertanto, cari amici, finiti i soldi (nostri) per gli incentivi alle assunzioni e finita la crescita dell’occupazione, come ha rilevato (sic!) l’Istat per il mese di febbraio 2016, a Renzi per debellare la disoccupazione e far ripartire la crescita non resterà che tenere puntato il “revolver-Alleva” alla nuca degli statistici dell’Istat? Ma vogliamo ricordare che è stata proprio l’ingerenza politica sull’Elstat, affinché addomesticasse statistiche e conti, il prodromo del disastro greco che ha portato alla catastrofe del 2011!

Foto Ansa

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