Reuters: la Turchia ha consegnato armi in Siria ai ribelli e ai terroristi di Al-Qaeda

Due pubblici ministeri e 30 poliziotti turchi hanno scoperto che quattro camion carichi di armi sono stati portati nelle aree occupate dai terroristi in Siria con la protezione dell'intelligence

L’intelligence della Turchia ha aiutato a consegnare degli armamenti in alcune zone della Siria controllate dai ribelli e dai terroristi di Al-Qaeda tra il 2013 e il 2014. È quanto confidato in esclusiva a Reuters da un pubblico ministero turco e testimoni della polizia.

CONTRO ASSAD. La Turchia ha sempre negato di aver inviato armi alle milizie che combattono l’esercito di Bashar Al-Assad al di là del confine, anche se ha fatto di tutto per favorirle, consentendo a centinaia di combattenti stranieri di unirsi alle fila dei ribelli e dello Stato islamico passando attraverso i suoi porosi confini.

MISSILI E MORTAI. Secondo i documenti depositati in tribunale e consultati da Reuters, quattro camion pieni di parti di missili, munizioni e mortai semi-assemblati sono partiti dalla Turchia e sono stati accompagnati da membri dell’intelligence di Stato in territorio siriano fino alle postazioni dei terroristi islamici. Uno dei quattro camion, come affermato da testimoni, è stato intercettato dalla polizia ma gli altri tre no, visto che quando gli ufficiali li hanno raggiunti sono stati minacciati di andarsene da membri dell’intelligence.

RIVELATO «SEGRETI DI STATO». «Le nostre indagini hanno portato alla conclusione che alcuni ufficiali dello Stato hanno aiutato a consegnare le armi», ha dichiarato il pubblico ministero Ozcan Sisman, che ha avviato le indagini nel novembre del 2013 dopo aver ricevuto una soffiata. Attualmente Sisman, insieme ad un altro pubblico ministero che ha condotto analoghe indagini, Aziz Takci, si trova sotto processo con l’accusa di aver condotto «ricerche illegali» e di aver rivelato «segreti di Stato».

«MASSACRO DELLA LEGGE». Il loro avvocato, Alp Deger Tanriverdi, ha rivelato all’agenzia: «Questo processo è un totale massacro della legge. Ciò che costituisce un crimine non può essere considerato un segreto di Stato». Non solo i due magistrati sono sotto processo. I 30 poliziotti che hanno contribuito ad intercettare i camion sono stati accusati di «spionaggio militare» e tentativo di «rovesciare il governo».

LA POSIZIONE DI ERDOGAN. Il portavoce del presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato mercoledì a Washington: «Voglio ribadire ancora una volta la nostra linea ufficiale: la Turchia non ha mai inviato armi ad alcun gruppo in Siria». In passato, Erdogan aveva già criticato i magistrati: «Questa è giustizia parallela. I pubblici ministero non possono condurre ricerche nei camion dell’intelligence, non ne hanno l’autorità».

DESTINAZIONE AL-QAEDA. Reuters non è in grado di confermare altre testimonianze: secondo il guidatore di uno dei camion, il carico era stato scaricato da un aereo straniero e viaggi simili erano già stati compiuti diverse volte. Secondo uno dei poliziotti, i membri dell’intelligence parlavano di armi da inviare ai ribelli siriani. Secondo un altro guidatore dei camion, Lutfi Karakaya, le parti di armi erano destinate «a una postazione dell’organizzazione terrorista di Al-Qaeda lungo il confine siriano».

ESERCITO DI CONQUISTA. Nell’ultimo mese, Ankara ha cominciato ad appoggiare attivamente ed esplicitamente un gruppo di terroristi in Siria insieme a Qatar e Arabia Saudita. Grazie all’intervento deciso di re Salman, si è formato Jaish Al-Fatah, l’Esercito di conquista composto da un nutrito gruppo di terroristi islamici (tra cui anche una formazione qaedista di Al-Nusra) ed ex ribelli finanziati dagli Usa, che nel nord della Siria si è già impossessato di Idlib e ha come scopo la caduta del regime siriano.

Foto Ansa/Ap

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