Referendum, nucleare: la Cassazione dà il via libera al quesito sull’atomo

La Corte suprema accoglie l'istanza di Pd e Idv: rimane il quesito sul nucleare con delle modifiche. Ora chiede ai cittadini se vogliono interrompere in modo definitivo la ricerca di nuove tecnologie. Opposizione soddisfatta, Bersani: «Smascherati i trucchi del governo». Malan (Pdl): vogliono sopprimere «l'approfondimento sui rischi del nucleare»

Il referendum sul nucleare si farà: lo ha deciso la Corte di Cassazione. In particolare, è stata accolta l’istanza presentata da Pd e Idv volta a modificare il quesito referendario, per trasferirlo sui commi 1 e 8 dell’articolo 5 del nuovo decreto Omnibus. La Suprema Corte, dunque, ha stabilito di fatto che la sospensione del programma nucleare, decisa dal governo alla fine di marzo dopo la tragedia di Fukushima, non corrisponde ad un definitivo abbandono dell’atomo da parte dell’Italia. Il referendum, che vuole impedire definitivamente e per sempre l’utilizzo dell’energia nucleare in Italia, è dunque valido.

Il nuovo quesito chiederà agli italiani se vogliano o meno la prosecuzione della ricerca e lo sviluppo effettivo sulle nuove tecnologie nucleari. Il senatore Lucio Malan sostiene l’inutilità del referendum che si esprimerebbe su «norme che non esistono più» e sottolinea come il quesito «che voleva la cancellazione dell’energia nucleare in Italia» sia stato trasformato «in uno che sopprime l’approfondimento sui rischi di quella tecnologia». Inoltre le schede con il vecchio quesito sono già state inviate ai residenti italiani all’estero. Eventuali modifiche comporterebbero spese ulteriori.

Gli esponenti del comitato referendario “Vota sì per fermare il nucleare” hanno accolto il verdetto tra applausi e soddisfazione: «Questa volta le furberie alle spalle degli italiani non passano». La decisione della Cassazione «censura l’arroganza del governo e riconsegna nelle mani dei cittadini il diritto a decidere sul nucleare e del proprio futuro contro l’inaccettabile tentato scippo di democrazia».

Soddisfatto anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani che ha sottolineato come il via libera della Corte suprema smascheri «i trucchi del governo». Fondamentale sarà l’apporto del «mondo dei media, a partire dal servizio pubblico» per «fornire ai cittadini il massimo dell’informazione necessaria». «È un atto di rispetto nei confronti degli elettori e delle elettrici», afferma il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola. «La Cassazione ha chiarito una volta per tutte che lo spirito referendario non può essere aggirato con norme strumentali che entrino in conflitto con i principi ispiratori dei quesiti», ha affermato Stefano Leoni, presidente del Wwf Italia.

Oltre al quesito sul nucleare, gli elettori che si recheranno alle urne il 12 e 13 giugno, troveranno quelli sulla privatizzazione dell’acqua e sul legittimo impedimento.

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