Qualche domanda (un po’ impertinente) sulla scuola di Renzi, affinché le buone intenzioni non rimangano sulla carta

Tutte apprezzabili le idee prospettate dal "Rapporto". Ma qualcosa sui tempi, le coperture e le assunzioni non convince. Ecco gli interrogativi e le perplessità

Pubblichiamo il comunicato di Disal (Dirigenti scuole autonome e libere) – Nella premessa del Rapporto governativo sulla scuola sembra di intravvedere l’ispirazione di tutta la revisione renziana:  “… dare al Paese una Buona Scuola significa dotarlo di un meccanismo permanente di innovazione… Un meccanismo che si alimenti con l’energia di nuove generazioni di cittadini, istruiti e pronti a rifare l’Italia, cam­biare l’Europa, affrontare il mondo”. Se questo significa la preoccupazione, condivisibile, di rimettere in movimento la lenta ‘macchina’ scolastica nazionale per adeguarla ai tempi ed alle attese del Paese, non si possono se non apprezzare tali ‘buone’ intenzioni.

Si leggono poi nel libro, tra le altre, soluzioni che riecheggiano:

Un ‘Rapporto’ che si presenta come un libro bianco da sottoporre alla consultazione sociale (procedura, ahimè, già vista con altri governi) esige però indicazioni chiare ed operative che, per ora, non sembrano espresse: le risorse sono da reperire nella prossima legge finanziaria; i provvedimenti normativi non sembrano prevedibili prima del 2015. Con tempi quindi che non appaiono certo… urgenti.

In attesa di una analisi più attenta e dettagliata e limitandoci per ora a quanto si ricava da una lettura sintetica, occorre innanzitutto riconoscere che i temi sono sicuramente decisivi (stabilità dei docenti, rapporto scuola-lavoro, gestione della scuola, dirigenza scolastica). Restano tuttavia molte domande aperte e alcune perplessità:

1 –  assunzioni

2 –  rapporto tra scuola e lavoro

3 – governo delle scuole

Si tratta solo di domane, solo nell’interesse che le… buone intenzioni non restino… sulla carta, ma abbiano le gambe per camminare e diventino reali in tutto il Paese’.

I presidi di DiSAL sono sempre stati disponibili a collaborare e costruire, purché si esca dal rischio di un libro dei sogni e si vedano presto le gambe per camminare e le mani per operare.

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