Prosciolto Incalza (ma non fatelo sapere in giro)

A parte Il Foglio, tutti i giornali che lo definivano «il grande boiardo di Stato», nascondono la notizia nelle pagine interne (molto interne).

Onore al Foglio, unico quotidiano italiano che oggi dà rilievo a questa notizia: Ercole Incalza è stato prosciolto dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e all’abuso d’ufficio. È la quindicesima volta che accade, su quindici inchieste in cui è stato coinvolto. Incalza, se ne ricorderà qualcuno, è il padre dell’Alta velocità in Italia. È l’ex dirigente del ministero delle Infrastrutture che è finito l’anno scorso per 19 giorni in gattabuia (affaire Lupi, ricordate?).

Ieri è stato prosciolto per non aver commesso il fatto in merito a un’inchiesta su un appalto legato al Tav di Firenze. Come fa notare il Foglio in un editoriale, «Incalza oggi è prosciolto dalle accuse ma fu proprio utilizzando le intercettazioni ottenute dalla procura di Firenze nell’ambito di quell’indagine che si arrivò a una seconda indagine. Quella più famosa. Quella del 2015».

Per come la vediamo noi, la questione ha una certa rilevanza. Non fosse altro perché l’aveva anche per la grande stampa italiana, al tempo della gogna, quando il manager era definito il «ras del ministero di Porta Pia» (Il Fatto), «il grande boiardo di Stato» (La Stampa), «il Papa di tutti i funzionari, dirigenti, soprintendenti e Commissari Supereroi» (F. Merlo su Repubblica).

Bene, vediamo come ne parlano alcuni dei giornali oggi in edicola:

Il Corriere della Sera relega la notizia a pagina 19 nelle cronache: boxino a lato in una pagina dove domina un altro articolo sul «fax (segretissimo) sull’inchiesta spedito per sbaglio all’indagato». L’articoletto su Incalza è minuscolo.

Repubblica ne dà conto a pagina 16 (a fondo pagina, per la precisione), in un “pezzetto” striminzito striminzito. Sopra, un “pezzone” sul dossier della guardia di Finanza sulle gare truccate.

La Stampa ne parla a pagina 16, nelle cronache. Anche qui un boxino a lato di un articolo molto più lungo dedicato all’omicidio di Luca Varani.

Il Sole 24 Ore almeno spende qualche riga in più: ma siamo a pagina 22, articolo a fondo pagina.

Il Giornale lo fa a pagina 14, negli Interni, in un trafiletto dove il nome di Incalza non appare nemmeno nel titolo. Maggiore spazio è dato allo «scandalo Campidoglio. Ogni giorno si assenta un dipendente su quattro».

Su Libero la notizia non l’abbiamo trovata.

Sul Fatto quotidiano abbiamo trovato pagine e pagine su «i compari massoni di papà Boschi», report della Finanza, Cantone, De Luca, la prescrizione voluta da Ncd, le trivelle, la Costituzione, l’inquinamento Eni a Gela, le firme false a Torino, il grillino accusato di aver rubato 100 euro, i cambiamenti nelle procure, la qualità truccata alle Poste, le strade incompiute di Milano, voti e tarocchi, un paginone su Batman e Superman che «se le danno di santa ragione». Su Incalza nemmeno un trafiletto.

Intervistato dal Foglio, il nostro si mostra felice per il proscioglimento, ma non certo contento per come sia andata in questi ultimi anni: «I giornali mi hanno trattato come il peggior criminale». Un uomo di 72 anni in carcere per quasi venti giorni, e poi ai domiciliari: «Ancora oggi mi chiedo perché. Perché mi hanno fatto questo, che bisogno c’era».

Già, che bisogno c’era. In questo momento la homepage del sito di Repubblica apre con questa notizia: «Appalti pubblici, 19 arresti». Altro giro, altra corsa.

Foto Ansa

Exit mobile version