Perduta la fede, è perduta anche la ragione? Dialogo Pera – Negri

Il 12 fbbraio incontro a Rimini tra il professore, già presidente del Senato, e l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio

Rimini. C’è attesa in città per l’incontro pubblico in programma venerdì 12 febbraio alle ore 21 presso il Centro congressi SGR in via Chiabrera 34. Si confronteranno due autorità in campo filosofico, e al contempo personaggi pubblici che non hanno mai mancato di far sentire la loro voce sull’attualità. Il professor Marcello Pera, 73 anni, toscano, Presidente del Senato nella XIV Legislatura, e monsignor Luigi Negri, 74 anni, milanese, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, uno dei primi allievi del fondatore di Cl don Giussani, con cui Negri ha condiviso tutta la sua vita prima di studente e poi di sacerdote.

Veniamo al tema in discussione, posto sotto forma di domanda: «Dopo la fede stiamo perdendo la ragione?». L’interrogativo è drammatico.
Così gli organizzatori (la Fondazione Giovanni Paolo II per il Magistero sociale della Chiesa) spiegano come è nata l’idea del dialogo Pera-Negri: «Le sfide urgenti dell’attualità nei più diversi campi – dalla crisi economico-finanziaria alle migrazioni, dall’accoglienza delle diverse culture ai cambiamenti legislativi contro il diritto naturale; gli interrogativi etici posti dallo sviluppo della scienza e delle tecnologie, gli sconvolgimenti del terrorismo e i conflitti che sembrano precipitare in una guerra globale, le crisi ambientali, i sistemi politici e istituzionali incapaci di offrire soluzioni – stanno cambiando la nostra vita quotidiana portandola verso direzioni ignote e misteriose. In questo scenario ci sentiamo chiamati a dare un contributo originale, sulla base delle nostre tradizioni ed esperienze, non nella chiusura ideologica ma aperti a un dialogo franco e stringente. A nostro parere è decisivo rimettere al centro del dibattito pubblico una domanda, declinabile in più varianti: quale rapporto c’è tra la fede e la ragione? è possibile ricomporre la frattura, allargatasi soprattutto negli ultimi decenni, tra il sapere (l’intelletto, le capacità umane, l’immanente) e il credere (il cuore, la soggettività, il trascendente)? L’interrogativo muove da una constatazione: mentre la secolarizzazione della società procedeva spedita e le apparenti conquiste umane rendevano il mondo un unico piccolo-grande villaggio, nei popoli è sembrata sfumare la fede e al contempo evaporare la ragione».

Lo dimostra l’irrazionalità imperante in ogni campo. Ma quale può essere il punto di svolta? Risponderanno i due relatori, intanto un suggerimento viene dal pontificato di Benedetto XVI: «Con tutta la gioia di fronte alle possibilità dell’uomo, vediamo anche le minacce che emergono da queste possibilità e dobbiamo chiederci come possiamo dominarle», disse papa Ratzinger nel suo indimenticato discorso all’Università di Ratisbona, nel cuore dell’Europa, esattamente dieci anni fa: «ci riusciamo solo se ragione e fede si ritrovano unite in un modo nuovo», aggiunse proponendo l’«allargamento del nostro concetto di ragione e dell’uso di essa».

A moderare l’incontro sarà Massimo Conti, l’ex sindaco socialista di Rimini negli anni in cui la componente laica della città dialogava con le forze cattoliche più presenti sulla scena pubblica.

Exit mobile version