Per il Fatto la marcia di Parigi anti-nozze gay è stata cattiva e violenta. «Praticamente cattolica»

Ogni correttore di bozze che si rispetti si mantiene aggiornato frequentando i saloni delle parrucchiere. Il Correttore di bozze qui presente, però, è un uomo impegnato e non sempre trova il tempo di intrattenersi con la sua sciampista di fiducia. Tuttavia egli sa come supplire a questa grave mancanza: l’avete mai letto Furio Colombo? L’ex direttore dell’Unità, nonché ex senatore della Repubblica eletto nelle file del Pd, detiene sul Fatto quotidiano la rubrica “A domanda rispondo” nella quale replica ogni giorno alle lettere dei lettori che desiderano abbeverarsi alle fonti della sua luminosa sapienza tricologica. E anche se il ritrattino in pagina non rende il giusto onore alla sua splendida chioma in silver plate, lo scambio di vedute è comunque sempre degno dei migliori coiffeur.

Oggi, per esempio, il lettore Enrico comunica a Furio il suo turbamento per la marcia di Parigi contro la legalizzazione dei matrimoni gay avviata in Francia dal governo Hollande. Il pover’uomo non crede ai suoi occhi: «Ho visto nei telegiornali un odio che praticamente invoca la guerra», scrive Enrico allargando oltre ogni immaginazione il concetto di “praticamente”. Enrico è sconvolto da tutto quell’odio, «ovviamente di radice cattolica» (giacché l’odio è la più tipica delle virtù cattoliche, ovviamente e praticamente), non sa spiegarsi questo «scatto selvaggio e violento di milioni di brave persone». Ed è qui che gli viene in soccorso Furio.

Anche Colombo infatti ha visto «le immagini della marcia parigina», pur specificando subito che «è più giusto dire di tanti francesi», perché Parigi – questo lo sa anche il Correttore di bozze – è troppo chic e rive gauche e liberté e prêt-à-porter per essere accostata a una mandria di bifolchi (cattolici ovviamente). Comunque anche Furio, come Enrico, come il Correttore di bozze, come le sciampiste e come tutti, praticamente, ovviamente, mentemente, e chipiunehapiunemente, ha visto «padri e madri, e ragazze e ragazzi, disposti a lottare con la polizia per irrompere sui percorsi vietati dal governo», ed è stato davvero uno spettacolo indegno. Una folla inferocita di vecchi, donne e bebé in carrozzella con la bava alla bocca pronti a «rendere la loro immensa dimostrazione un evento memorabile a costo di fare o subire vittime». Roba che neanche al G8 di Genova.

Ma perché tutta questa violenza? Di radice cattolica ovviamente? La spiegazione sta nella «cattiva religione», scrive il reverendo Furio. La stessa cattiva religione, ovviamente cattolica, che guarda caso stava dietro anche, sempre ovviamente, «all’improvviso divampare nell’Europa più colta, delle leggi razziali». Del resto è ormai risaputo che Hitler, Mussolini e Stalin avevano tutti e tre radici cattoliche. Praticamente.

Ma questi cattolici non sono solo sanguinari e teppisti. La loro manifestazione è già di per sé «priva di senso nella Storia», un po’ come «alcune frasi insensate sulle unioni gay» che «vengono da illustri Papi». Esemplifica Colombo: «Dire che la famiglia gay è una minaccia e un pericolo per la famiglia uomo-donna, è una frase insensata». Perché è vero che queste «famiglie troppo potenti» tengono ancora il mondo sotto il loro spietato tallone, magari ricorrendo, come si è praticamente visto, alla «violenza politica», ma sappiano i malvagi nonnetti di Parigi e i loro malavitosi nipotini che nulla può sconfiggere la forza dell’amore. «Come fa un normale essere umano a negare che lo stesso sentimento e forza, e volontà e determinazione può guidare e legare due persone dello stesso sesso che hanno capito di voler vivere insieme in modo esplicito e riconosciuto, con la felicità privata e il rispetto pubblico che tocca a tutte le altre coppie?». Domanda sacrosanta, quella di Furio. Se la pongono, uguale uguale, praticamente, tutti i «normali esseri umani» che «hanno capito di voler vivere insieme in modo esplicito e riconosciuto» il loro rapporto poligamico pieno d’amore e di «felicità privata».

Nella buona religione di Colombo «Dio ama i gay e benedice il loro matrimonio (o almeno lo lascia fare tranquillamente all’ufficiale di Stato civile)». Invece in quella cattiva, ovviamente di radice cattolica, c’è gente che sostiene «che l’unione gay provoca l’ira di Dio, le tempeste, i terremoti». Il Correttore di bozze fino a ieri ne era fermamente convinto e infatti odiava i sodomiti iettatori, ma oggi grazie a Furio Colombo ha scoperto che «non è vero, ma quante cose non vere hanno detto le religioni nei secoli». Eh, già, quante balle!, riflette il Correttore di bozze. Per fortuna che poi hanno inventato i giornalisti.

E adesso andate pure in pace. Prima, però, un’ultima citazione dal vangelo secondo Furio: «Ma un Dio che si senta minacciato dall’amore di due ragazzi o di due ragazze gay è concepibile? Secondo me, Dio è offeso di essere presentato in modo così meschino. E che lo dicano i Papi è un peccato. Nel senso di peccato». Peccaminosamente.

@Correttoredibox

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