Pdl in cerca di una mediazione. Altrimenti si va a casa tutti, «falchi e falchetti»

Ieri sera a palazzo Grazioli, il leader del Pdl e il vicepremier hanno cercato un punto di accordo tra le richieste dei "governativi" e dei "lealisti"

Non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali, ma il lungo incontro di ieri sera a palazzo Grazioli, durato circa tre ore, tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano pare si sia chiuso con l’impossibilità di trovare una pacificazione tra le due anime del Pdl in vista del Convegno nazionale di sabato prossimo. Tuttavia Berlusconi e Alfano si sarebbero dati altre 48 ore di tempo, in cerca di una soluzione. Nel frattempo, uno dei difensori di Berlusconi, Franco Coppi ha fatto sapere che «l’ipotesi di una grazia è tramontata».

L’INCONTRO CON DE GIROLAMO. La giornata del leader del centrodestra era iniziata con un incontro di due ore con il ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo (Pdl), una dei “governativi” a lui più vicina in questi mesi, malgrado la diversa posizione sul governo Letta. De Girolamo avrebbe consegnato a Berlusconi 250 firme raccolte da sindaci e amministratori del Sannio, il suo collegio elettorale, che chiedono di sostenere Berlusconi ma anche la stabilità del Governo. Sembrerebbe che le richieste abbiano colpito Berlusconi, facendogli capire che una parte del suo elettorato sostiene le posizioni delle “colombe”. In giornata poi la De Girolamo ha ribadito: «C’è una parte del partito purtroppo che punta a estremizzare le posizioni di Berlusconi». Posizione ribadita da Alfano ufficiosamente, che ai suoi avrebbe dichiarato, prima di incontrare il leader del centrodestra, che «ogni volta che Berlusconi butta il ponte levatoio nel tentativo di costruire una nuova unità, chi lavora per la rottura usa il fuoco delle dichiarazioni offensive per distruggerlo». In quelle stesse ore, al pranzo con le anime più radicali del Pd, il Cavaliere avrebbe ricordato che da vent’anni tenta una mediazione delle varie anime del centrodestra e così vorrebbe continuare a fare.

LE RICHIESTE DI ALFANO. All’incontro con Berlusconi, il vicepremier Alfano si è presentato con tre richieste, raccolte tra le colombe e la compagine governativa del Pdl. La prima richiesta è di tenere separata la questione decadenza dall’appoggio al Governo. La seconda è l’impegno dei “governativi” a lottare il più possibile contro la decadenza di Berlusconi, ma sempre nel solco di un suo pieno sostegno a quello che viene definito il “progetto Italia” – stabilità politica per il Paese, percorso di riforme graduale nella collaborazione del Pd –. La terza richiesta è volta a “garantire” le colombe. Per questo Alfano avrebbe chiesto a Berlusconi di prevedere due coordinatori del nuovo partito, uno dei quali sarebbe una colomba, e la carica di vicepresidente per Alfano.

NE’ FALCHI NE’ COLOMBE. Se ieri il ministro dell’Interno ha più volte ripetuto ai suoi che «Se il voto sulla decadenza è slittato da settembre a novembre non è stato merito dei falchi», il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha ammonito la componente dura del partito: «Se non lavoriamo nell’interesse dell’Italia, continueranno a mandarci a casa tutti: falchi e falchetti, centrodestra e centrosinistra». Ad aumentare i livelli di guardia interni al Pdl ci ha pensato però anche il Pd, attraverso il responsabile Giustizia Danilo Leva, che ha creato un solco molto duro sul tema decadenza, che renderebbe parecchio difficile il lavoro delle colombe: «Non è pensabile nessuna ipotesi di slittamento sul voto al Senato per la decadenza. È inutile che il Pdl cerchi alibi» ha dichiarato.

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