Papa Francesco: «Paura, lentezza e nostalgia. Le tentazioni che ci fanno rimanere nel peccato»

Davanti al peccato, davanti alla nostalgia, davanti alla paura dobbiamo rivolgerci al Signore. L'omelia del pontefice questa mattina alla Casa Santa Marta

Papa Francesco, nell’omelia questa mattina alla Casa Santa Marta, è tornato a incitare i fedeli ad avere coraggio, anche nelle situazioni di difficoltà. Il pontefice ha preso spunto dalle letture per descrivere quattro «atteggiamenti possibili nelle situazioni conflittuali». Il primo è rappresentato da Lot che, pur deciso a lasciare la città prima che sia distrutta, lo fa con «lentezza». È questo un simbolo dell’incapacità umana di «distaccarsi dal male e dal peccato». Capita spesso di capire che ci dobbiamo allontanare dal male, ma poi subentra in noi come una debolezza nell’azione, come se ci fosse «qualcosa che ci tira indietro». «È tanto difficile tagliare con una situazione peccaminosa – ha notato il Santo Padre -. È difficile! Ma la voce di Dio ci dice questa parola: “Fuggi! Tu non puoi lottare lì, perché il fuoco, lo zolfo ti uccideranno. Fuggi!”. Santa Teresina del Bambin Gesù ci insegnava che alcune volte, in alcune tentazioni, l’unica soluzione è fuggire e non avere vergogna di fuggire; riconoscere che siamo deboli e dobbiamo fuggire. E il nostro popolo nella sua semplice saggezza lo dice un po’ ironicamente: “Soldato che fugge, serve per un’altra guerra”. Fuggire per andare avanti nella strada di Gesù».

LA NOSTALGIA DELLE CIPOLLE. C’è poi un altro atteggiamento da cui papa Francesco ha voluto mettere in guardia ed è la nostalgia del peccato. Il Pontefice ha preso come esempio il popolo di Israele che nel deserto, sebbene fossero in cammino verso la terra promessa, si lamentavano perché non avevano le cipolle d’Egitto. E questa «nostalgia faceva dimenticare loro che quelle cipolle le mangiavano sulla tavola della schiavitù». Qui il Papa ha ricordato il consiglio dell’angelo a Lot, di andare avanti senza voltarsi. Ed è quello che dobbiamo fare noi: avere fiducia in Dio, senza guardare indietro ma sempre avanti. «Davanti al peccato, fuggire senza nostalgia. La curiosità non serve, fa male! “Ma, in questo mondo tanto peccaminoso, come si può fare? Ma come sarà questo peccato? Io vorrei conoscere…”. No, lascia! La curiosità ti farà male! Fuggire e non guardare indietro! Siamo deboli, tutti, e dobbiamo difenderci».
C’è una terza tentazione, ha detto papa Francesco ed è la paura, che prende chi non confida nel Signore. Una paura che immobilizza, che fa fermare, che non fa andare avanti. «Anche quella è una tentazione del demonio: avere paura di andare avanti sulla strada del Signore». Gesù, ha sottolineato, «tante volte, l’ha detto: “Non abbiate paura!”. La paura non ci aiuta».

RIVOLGERSI A DIO. Il quarto atteggiamento, ha concluso Francesco, «è la grazia dello Spirito Santo». Quando Gesù fa tornare la bonaccia sul mare agitato, i discepoli sulla barca sono pieni di stupore. «Sempre, davanti al peccato, davanti alla nostalgia, davanti alla paura», dobbiamo rivolgerci al Signore: «Guardare il Signore, contemplare il Signore. Questo ci dà questo stupore, tanto bello, di un nuovo incontro con il Signore. “Signore, io ho questa tentazione: voglio rimanere in questa situazione di peccato; Signore, io ho la curiosità di conoscere come sono queste cose; Signore io ho paura”. E loro hanno guardato il Signore: “Salvaci Signore, siamo perduti!” Ed è venuto lo stupore del nuovo incontro con Gesù. Non siamo ingenui né cristiani tiepidi, siamo valorosi, coraggiosi. Siamo deboli noi, ma dobbiamo essere coraggiosi nella nostra debolezza. E il nostro coraggio tante volte deve esprimersi in una fuga e non guardare indietro, per non cadere nella cattiva nostalgia. Non avere paura e sempre guardare il Signore!».

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