Papa Francesco: «La Chiesa è il corpo di Cristo. E non si tratta di un modo di dire»

L'udienza Generale del Pontefice: «La guerra non incomincia nel campo di battaglia: la guerra incomincia nel cuore, con incomprensioni, divisioni, invidie»

Papa Francesco all’udienza generale di oggi in piazza san Pietro a Roma ha parlato di «Chiesa, corpo di Cristo». La Chiesa è così definita, ha spiegato il Pontefice, e «non si tratta semplicemente di un modo di dire: lo siamo davvero! È il grande dono che riceviamo il giorno del nostro Battesimo! Nel sacramento del Battesimo, infatti, Cristo ci fa suoi, accogliendoci nel cuore del mistero della croce, il mistero supremo del suo amore per noi, per farci poi risorgere con lui, come nuove creature. Ecco: così nasce la Chiesa, e così la Chiesa si riconosce corpo di Cristo! Il Battesimo costituisce una vera rinascita, che ci rigenera in Cristo, ci rende parte di lui, e ci unisce intimamente tra di noi, come membra dello stesso corpo, di cui lui è il capo».

INVIDIE E DONI. Da questo scaturisce «una profonda comunione d’amore». Non sempre è così, già «al tempo di Paolo, la comunità di Corinto trovava molte difficoltà in tal senso, vivendo, come spesso anche noi, l’esperienza delle divisioni, delle invidie, delle incomprensioni e dell’emarginazione. Tutte queste cose non vanno bene, perché, invece che edificare e far crescere la Chiesa come corpo di Cristo, la frantumano in tante parti, la smembrano». Papa Francesco ha poi esemplificato, aggiungendo a braccio che «questo succede anche ai nostri giorni. Pensiamo nelle comunità cristiane, in alcune parrocchie, pensiamo nei quartieri nostri quante divisioni, quante invidie, come si sparla, quanta incomprensione e emarginazione. E questo cosa fa? Ci smembra fra noi. È l’inizio della guerra. La guerra non incomincia nel campo di battaglia: la guerra, le guerre incominciano nel cuore, con questa incomprensione, divisione, invidie, con questa lotta fra gli altri».
Invece bisogna imparare a «apprezzare nelle nostre comunità i doni e la qualità degli altri, dei nostri fratelli». È sempre necessario «nella carità considerarsi membra gli uni degli altri, che vivono e si donano a beneficio di tutti. Invochiamo anche noi lo Spirito Santo, perché la sua grazia e l’abbondanza dei suoi doni ci aiutino a vivere davvero come corpo di Cristo, uniti, come famiglia, ma una famiglia che è il corpo di Cristo, e come segno visibile e bello dell’amore di Cristo».

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