Pallone d’Oro. Giusto premiare Messi il “perdente”?

Stasera si assegna il Pallone d'Oro e la Pulce è la grande favorita, nonostante nel 2012 non abbia vinto praticamente nessun trofeo. Ma con il calcio melenso del Barça la Fifa ci va a nozze.

Si rischia il poker di Leo Messi. Sarebbe l’ennesimo traguardo superato della Pulce, già arrivata là dove nessuno aveva messo piede (91 gol in un anno solare, più di Gerd Muller) e ora pronta a fare il passo che nessuno aveva fatto, oltre i primati di Johann Cruijff, Platini e Van Basten, tutti fermi a tre. Stasera si assegna il Pallone d’Oro, terza edizione da quando il premio si è fuso col Fifa World Player, unendo così in un’unica giuria i giornalisti francesi di France Football ai tecnici e capitani di tutte le Nazionali appartenenti alla Fifa.

PODIO VISTO E RIVISTO. Nessun colpo di scena insomma. O per lo meno non sulla carta, dove l’argentino è dato come grandissimo favorito rispetto agli altri due finalisti, ossia il compagno di squadra Iniesta e il rivale madridista Cristiano Ronaldo. Il tutto rischia di trasformarsi nella solita serata noiosa in salsa Fifa, a celebrare il calcio melenso di casa Spagna, dove sarebbe bastato vedere il derby di ieri tra Barça ed Espanyol (4-0 in 28 minuti) per capire quanto esaltante possa essere giocare un’intera stagione così. Delle vicende esaltanti qui, invece, non c’è nemmeno traccia: nessuno spazio per l’epica vittoria in Champions del Chelsea di Di Matteo e per i gol pesanti del suo trascinatore Drogba, nessuna menzione per il 2012 stratosferico del filosofo bianconero Andrea Pirlo, ideologo dello scudetto juventino e dell’impresa Italia agli Europei, arrestatasi solo in finale. E anche Cristiano Ronaldo sembra avere poche speranze, nonostante il suo Real Madrid al Barcellona abbia fatto vedere i sorci verdi nella stagione 2011-12.

FORMULE CAMBIATE? Qualche anno fa per vincere il Pallone d’Oro era fondamentale aver portato a casa una qualche Coppa, essere risultato decisivo nella vittoria di qualche trofeo di prestigio con la propria squadra o la propria nazionale. Capitava così che a vincerlo ci riuscissero anche giocatori come Sammer o Cannavaro, premiati per le imprese sportive portate a termine in quell’anno: grandi calciatori certo, ma che difficilmente sarebbero arrivati a tale titolo se paragonati ad altri giocatori per talento. Dal 2010 sembra che questa regola non scritta sia stata cancellata del tutto, per premiare invece chi ha più classe in assoluto. E così il premio è diventato esclusiva del Barcellona: quell’anno a nessuno sembrò interessare il triplete dell’Inter e ci si scordò di mandare sul podio Milito o Snejider, a vantaggio dei vari Messi, Iniesta e Xavi. Con le candidature di quest’anno, i piazzamenti sul podio finiti in Catalogna sono 7 su 9 disponibili.

E SE IL PREMIO ANDASSE A INIESTA? Aspettiamoci quindi di vedere l’ennesima strombazzata per la Pulce, mai così tanto realizzativa quest’anno quanto inconcludente col suo Barça, che nel 2012 ha vinto solo una Coppetta de Re. Forse verrà premiato anche perché, finalmente, Messi ha iniziato a far sentire il suo peso non soltanto attorniato dai galattici compagni blaugrana, ma anche con la maglia dell’Argentina, tante volte un po’ stretta su di lui. Pesano molto di più qui i paragoni con Maradona, pesa la responsabilità di tentare di imporre un gioco fin troppo simile a quello del Barcellona, seppur con un organico di tutt altro spessore. Chi invece di quella squadra è riuscito a trapiantare il gioco di Guardiola nella sua Nazionale è Iniesta, che con la Spagna ha vinto un Europeo giocando praticamente senza attaccanti. Forse per un anno si potrebbe andare in controtendenza, dimenticarsi delle 91 reti di Messi e premiare chi ogni volta riesce a mandarlo in gol.

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@LeleMichela

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