La “riqualificazione” di Notre Dame «distruggerà ciò che il fuoco ha risparmiato»

Approvato il piano di restauro voluto dalla diocesi per la cattedrale di Parigi, tra "spazi emotivi" e cappelle ecologiche. Inascoltato l'appello di cento intellettuali che chiedeva lo stop

La cattedrale parigina di Notre Dame ancora circondata dalle impalcature, dopo l’incendio che la colpì il 15 aprile 2019 (foto Ansa)

Parigi. Non è bastato l’appello firmato da cento intellettuali, tra cui il filosofo Alain Finkielkraut e lo storico Pierre Nora, per fermare in extremis il progetto di riqualificazione degli interni di Notre-Dame de Paris, voluto dall’arcidiocesi parigina con l’obiettivo di rendere la cattedrale gotica più moderna, inclusiva e politicamente corretta.

Bocciati (per ora) i banchi a rotelle illuminati

Giovedì la Commissione nazionale del patrimonio e dell’architettura (Cnpa), formata da una serie di esperti, ha infatti convalidato il piano curato da Gilles Drouin, direttore dell’Institut supérieur de liturgie dell’Institut catholique de Paris, assieme all’architetto Jean-Marie Duthilleul e allo “scultore di luce” Patrick Rimoux. «Gli esperti hanno espresso parere positivo sul programma di riqualificazione interna, con due riserve: il posto delle statue (risalenti al Diciannovesimo secolo e disegnate da Viollet-le-Duc, che è anche l’autore della celebre guglia, ndr) che vogliono mantenere nelle cappelle, e le panche per le quali il clero dovrà rielaborare la propria proposta», ha riferito il ministero della Cultura all’Afp.

Gli esperti della Cnpa, ha precisato il presidente della commissione, e senatore dei Républicains, Albéric de Montgolfier, «hanno convalidato un programma che comprende un certo numero di princìpi. Si sono accordati in particolare sull’asse liturgica centrale e sugli arredi (battistero, altare, tabernacolo), che dovranno essere concepiti dallo stesso autore».

I banchi a rotelle illuminati, che fanno rabbrividire tutti coloro che hanno a cuore la preservazione di Notre-Dame e non tollerano esperimenti stravaganti in uno dei più importanti gioielli della cristianità, per il momento sono stati respinti dalla commissione, ma non definitivamente scartati. «Gli esperti vogliono prima vedere un prototipo (di questi banchi, ndr), che sarà nuovamente sottoposto al vaglio della commissione», ha aggiunto il senatore Albéric de Montgolfier. Banchi che andrebbero a sostituire le tradizionali sedie impagliate, considerate troppo “retrograde” e “passatiste” a quanto pare.

Più murales a Notre Dame

Sono promosse a pieni voti, invece, tutte le altre idee moderniste avanzate dall’arcidiocesi di Parigi: i murales di arte moderna, gli effetti sonori per creare “spazi emotivi”, le parole proiettate sui muri in ogni lingua, compreso il mandarino, perché Notre-Dame dovrà essere una chiesa aperta a tutti. Secondo le parole di Gilles Drouin, bisogna infatti evangelizzare i turisti «di cultura non cristiana» e anche «post-cristiana». Il ministero della Cultura ha confermato all’Afp che alcune opere di arte contemporanea «dialogheranno» con i dipinti dei fratelli Le Nain e Charles Le Brun già presenti nella cattedrale.

Tra i nomi che circolano per realizzare queste opere contemporanee, spiccano Ernest Pignon-Ernest, che ha realizzato il murales di Pasolini a Roma, Anselm Kiefer, ma anche la scultrice Louise Bourgeois (una delle sue opere più conosciute è Fillette, una scultura in latex e gesso che rappresenta un pene impiccato. È confermato inoltre il nuovo «percorso catecumenale» che accompagnerà i futuri visitatori e si articolerà in quattordici tappe corrispondenti ad altrettante cappelle a tema.

Le sette situate sul lato nord di Notre-Dame formeranno l’allée des promesses, quelle sul lato sud l’allée des saints, e verrà posta un’enfasi particolare all’Africa e all’Asia: entrambi i continenti avranno una loro cappella speciale e in bella vista. Nell’allée des saints, una delle cappelle sarà inoltre dedicata al tema dell’ecologia, o meglio della “creazione riconciliata”: un richiamo all’enciclica di Papa Francesco Laudato sì.

«Follia del politicamente corretto»

«È la follia del politicamente corretto. Vogliono fare di Notre-Dame una sala di esposizione liturgica sperimentale che non esiste da nessun’altra parte», ha dichiarato una fonte vicina al dossier al quotidiano britannico Telegraph. «Ciò che stanno proponendo non potrebbe mai essere fatto all’Abbazia di Westminster o alla Basilica di San Pietro. È una sorta di parco a tema, molto infantile e triviale, considerata la grandezza del luogo», ha dichiarato l’architetto e urbanista belga Maurice Culot, sconcertato dal progetto di riqualificazione.

Il restauro di Notre-Dame, devastata da un terribile incendio il 15 aprile 2019, dovrebbe terminare nel 2024. Nel loro appello, intitolato «La diocesi vuole distruggere ciò che il fuoco ha risparmiato», Alain Finkielkraut e gli altri hanno chiesto di restituire ai francesi e al mondo la stessa cattedrale che troneggiava sull’Île de la Cité prima delle fiamme. Ma dopo la convalida della commissione le speranze di rivederla come prima sono ormai ridotte al lumicino.

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