Non dimentichiamo i 120 mila battaglieri montanari dell’Artsakh

Dialogo su "Radio Libertà" tra Arslan, Bendaud, Nash-Marshall e Boffi sulla tragica situazione della popolazione nell'enclave armena in Azerbaigian

A seguito dell’appello di Antonia Arslan e Vittorio Robiati Bendaud, si è svolta ieri sulle frequenze di “Radio Libertà” una conversazione condotta dal direttore Giulio Cainarca con i due estensori, Siobhan Nash-Marshall e Emanuele Boffi. Argomento: “La questione armena oggi”.

La cronaca ha imposto di parlare di cosa stia accadendo in questi giorni in Artsakh (Nagorno Karabakh), l’enclave armena in Azerbaigian, isolata a causa delle proteste di presunti ambientalisti che hanno bloccato da due settimane il Corridoio di Laçhin, l’unica strada che collega la regione autonoma con l’Armenia.

Bambini bloccati

La popolazione è alla fame e al gelo. «Fa freddo, alcuni generi alimentari scarseggiano, c’è poca benzina, ma tra le conseguenze più drammatiche c’è quella delle famiglie separate: molti bambini sono bloccati in Armenia e non possono ricongiungersi ai loro genitori, perché l’Azerbaigian non li lascia passare. Inoltre, anche se disponiamo di ottimi ospedali, abbiamo pazienti che necessitano di cure specialistiche urgenti a Erevan ma non riusciamo a trasferirli», ci ha detto in un’intervista il ministro di Stato dell’Artsakh Ruben Vardanyan.

La trasmissione, oltre a raccontare la difficile quotidianità dei 120 mila abitanti della regione, ha toccato anche altri aspetti della vicenda: le mire di Erdogan, la cecità interessata dell’Occidente, le radici storiche del conflitto con turchi e azeri.

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