«Così i Boko Haram hanno distrutto la mia chiesa e bruciato vivo mio padre»

I terroristi islamici sono arrivati nel villaggio nigeriano del pastore Segun (oggi rifugiato negli Usa) e non trovandolo hanno preso suo padre dicendogli: «Scegli tra la Bibbia e il Corano».

«In un solo giorno ho perso tutto ciò per cui avevo lavorato per 18 anni». Così David-Olonade Segun riassume quello che è successo quando i terroristi islamici di Boko Haram hanno raggiunto casa sua nel nord della Nigeria. Quel giorno, il pastore protestante non ha perso solo la chiesa e la casa dove accoglieva 150 orfani e le vedove, ma anche il padre.

NORD DELLA NIGERIA. Segun oggi vive a Holland, in Michigan (Usa), e pur essendo originario del sud della Nigeria, regione prevalentemente cristiana, pochi anni fa aveva deciso di trasferirsi nel nord musulmano. Nell’area tormentata fin dal 2009 dagli eccidi di Boko Haram fondò la comunità chiamata Victorious Life Assembly, costruendo una chiesa e una casa per orfani e vedove.

«CHIAMATA DI DIO». Parlando al giornale locale Holland Sentinel ammette di aver sempre saputo che l’operazione era rischiosa ma «ho sentito la chiamata di Dio per portare il mio ministero in quelle aree della Nigeria». Un giorno in cui Segun, insieme alla moglie e ai quattro figli, si trovava fuori dal villaggio dove risiedeva per parlare a un congresso, i jihadisti arrivarono a casa sua.
BIBBIA O CORANO. Vedendo arrivare i miliziani, la madre di Segun riuscì a scappare, il padre no. I Boko Haram gli chiesero dove fosse il figlio e lui rispose di andare a cercarlo in chiesa. Non trovandolo, i terroristi uccisero prima l’assistente del pastore, poi rasero al suolo il tempio. Tornati dal padre di Segun, gli posero davanti una Bibbia e un Corano, chiedendogli di scegliere. Lui scelse la Bibbia e gli islamisti lo cosparsero di gasolio, bruciandolo vivo.
«DIO HA VOLUTO SALVARCI». «Non mi importa nulla se hanno distrutto tutto ciò che avevo», continua Segun, «ma mio padre amava Gesù e mi ha insegnato ad essere forte. I miei amici hanno provato a incoraggiarmi, ricordandomi che è stato “dalla parte di Gesù fino alla fine”», ma il dolore resta forte. Dopo l’attacco il pastore e la famiglia sono riusciti a scappare negli Stati Uniti, dove hanno ottenuto l’asilo e si sono rifatti una vita. Ma Segun torna spesso con la mente a quel giorno: «Penso sempre: “Dio, che cosa sarebbe successo se i Boko Haram fossero arrivati a casa mia il giorno precedente?”. So che Dio ha voluto salvarci, è quello che penso. Ora prego sempre per i cristiani del nord della Nigeria, perché vengono uccisi ogni giorno».

@LeoneGrotti


Foto Holland Sentinel

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