In Nicaragua Ortega continua la sua guerra contro la Chiesa

Il dittatore del paese centroamericano espelle il nunzio apostolico Sommertag. È solo l'ultimo di una serie di gesti ostili nei confronti del Vaticano

Il nunzio in Nicaragua Waldemar Stanislaw Sommertag, a destra, durante la messa della sua ordinazione episcopale, nel 2018 (foto Ansa)

Il dittatore del Nicaragua, Daniel Ortega, continua la sua guerra personale contro la Chiesa cattolica, l’ultima istituzione rimasta nel paese centroamericano a difendere le istanze del popolo represso brutalmente dal regime visto che tutti i politici che si opponevano al quinto mandato presidenziale del sandinista oggi sono in carcere, condannati per “tradimento alla patria” da una giustizia farsesca.

Ortega contro Sommertag

L’ultimo misfatto del dittatore, dopo avere confiscato la sede dell’ambasciata donata da Taiwan al Vaticano per regalarla alla Cina, è stato ritirare il gradimento a monsignor Waldemar Stanislaw Sommertag, il Nunzio Apostolico che era a Managua dal 2018. Un’espulsione che non è una rottura delle relazioni diplomatiche, ma qualcosa di molto simile.

La notizia di quest’ennesimo gesto di ostilità di Ortega contro la Chiesa cattolica è stata comunicata, l’8 marzo scorso, da monsignor Carlos Herrera, il vescovo della diocesi di Jinotega, nel centro-nord del paese, nonché presidente della Conferenza Episcopale del Nicaragua, con una dichiarazione al telegiornale di Canal 10. Il giorno successivo, i vescovi del paese centroamericano confermavano con un comunicato l’uscita in fretta e furia dal Nicaragua di monsignor Sommertag, domenica 6 marzo, alla volta di Roma per riferire a Papa Francesco della tragedia del paese centroamericano.

Una cacciata che non sorprende

La sua cacciata non deve però sorprendere: da almeno 4 anni in Nicaragua preti e vescovi sono vessati dalla Polizia sandinista, molte volte sono stati attaccati anche fisicamente dai paramilitari di Ortega che, con sua moglie e sua “copresidente” (titolo creato ad hoc dalla dittatura lo scorso novembre), Rosario Murillo, insulta pesantemente i religiosi nei suoi discorsi, definendoli sempre più spesso “terroristi” e “demoni”.

Sabato il Vaticano ha inviato una protesta ufficiale al regime del Nicaragua per l’espulsione del suo ambasciatore a Managua, affermando che l’azione unilaterale è stata “ingiustificata e incomprensibile”. «La Santa Sede – si legge nel comunicato – ha ricevuto con sorpresa e dolore la comunicazione che il governo del Nicaragua ha deciso di ritirare l’approvazione a SE Mons. Waldemar Stanislaw Sommertag, Nunzio Apostolico a Managua, imponendogli di lasciare immediatamente il Paese dopo averne informato lui quella misura».

Per poi aggiungere: «Siamo convinti che un provvedimento così grave, ingiustificato e unilaterale non rispecchi i sentimenti del popolo nicaraguense, che è profondamente cristiano, soprattutto dei più vulnerabili, cercando sempre di favorire buone relazioni tra la Sede Apostolica e le Autorità del Nicaragua». Il Vaticano ha poi chiarito di «volere riaffermare la sua piena fiducia nel Pontificio Rappresentante», sottolineando il ruolo del nunzio nel fallito dialogo nazionale con il regime di Daniel Ortega nel 2018. «Vale una menzione particolare la sua partecipazione come testimone e compagno del Tavolo di Dialogo Nazionale tra il Governo e l’opposizione politica, in vista della riconciliazione nazionale e della liberazione dei prigionieri politici».

Le denunce di Sommertag contro il regime in Nicaragua

Quella della settimana scorsa è stata solo l’ultima di una serie di azioni intraprese contro Sommertag dal governo Ortega. A novembre, il dittatore aveva infatti già firmato un decreto privando il nunzio del titolo e del ruolo di decano del Corpo Diplomatico, che corrispondeva dal 2000 al rappresentante della Santa Sede. Una mossa interpretata dai diplomatici presenti nel paese centroamericano come una rappresaglia per i commenti espressi dalla leadership della Chiesa locale che criticava il governo.

Monsignor Sommertag in particolare aveva infatti denunciato più volte “la violazione sistematica dei diritti politici e costituzionali” nonché “le minacce alla Chiesa cattolica e le offese ai suoi sacerdoti e vescovi” da parte della dittatura sandinista. 

A fare traboccare il vaso dell’odio di Ortega nei confronti della Santa Sede è stata però probabilmente l’assenza del nunzio apostolico alla sua investitura farsa, il 10 gennaio scorso. Quel giorno Sommertag era a Roma, per un incontro con Papa Francesco. Ora, in attesa che il Santo Padre nomini un nuovo nunzio a Managua, il responsabile della missione diplomatica vaticana in Nicaragua è il segretario della Nunziatura, monsignor Mbaye Diouf.

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