È Napolitano l’uomo dell’anno di Wired

Il riconoscimento di Wired

Uno si domanda: chi sarà mai stavolta l’uomo dell’anno di Wired, la rivista dei supersmanettoni hi-tech? Steve Jobs? Mark Zuckerberg? L’uccellino di Twitter? Il solito Bill Gates? Al limite un Severgnini? No. La rivista di noi ragazzi moderni e digitali ha scelto come uomo dell’anno 2011 l’86enne Giorgio Napolitano. Che si è meritato cotanto onore con la sua «velocità di rimanere collegato alla realtà», con il suo «avere a cuore la sorte delle giovani generazioni» e per aver rappresentato in questa povera martoriata Italia «il crocevia tra passato e futuro». Una celebrazione, quella di Wired, che non lesina parole come «statura», «autorevolezza», «popolarità».

GIUSTO. Davvero, senza retorica: Napolitano è uomo delle istituzioni, padre della patria, vessillo della Repubblica, orgoglio della nazione, fratello d’Italia, elmo di Scipio, perepeppepé. Era giusto scegliere lui. Spiace solo per i candidati scartati, tutti altrettanto adatti a questo premio della gioventù del Duemila: Pippo Baudo, Pingitore il re del Bagaglino, Eugenio Scalfari, l’uomo di latta, Obi-Wan Kenobi, Little Tony, Willy l’orbo, Sbirulino, Gillo Dorfles.

Exit mobile version