Mostra – Valente e poliedrico, Donato Bramante capofila a Milano

<<Cosmografo, poeta volgare, et pittore valente… et gran prospettivo >> diceva fra’ Sabba da Castiglione di Donato Bramante (1443/44 – 1514), artista poliedrico che ha lasciato un segno ben riconoscibile nel territorio italico dal basso centro al nord. Mezzo millennio è passato dalla sua nascita, ma le sue regole prospettiche, piegate agli ordini dell’architettura classica elegante e rigorosa, fanno ancora scuola e si fanno sempre ammirare. Misteriosi i suoi primissimi anni di formazione, forse avvenuta a Bergamo, con gli affreschi del Palazzo del Podestà. Più certa l’esperienza, ricca, alla corte dei Montefeltro ad Urbino, dove ha avuto modo di conoscere scultori e pittori attivi per il duca Federico. Quando poi arriva a Milano, nel 1481, è già un artista maturo, che vede ben oltre i parametri figurativi della tradizione locale.

Ed è proprio la città meneghina a celebrarlo oggi con la mostra, allestita presso le sale della Pinacoteca di Brera, intitolata Bramante a Milano. Le arti in Lombardia 1477-1499. La rassegna, aperta fino al 22 marzo 2015, ripercorre le tappe essenziali della formazione dell’artista, e indaga il seguito che la sua attività ebbe a Milano e in Lombardia tra gli esponenti delle diverse arti figurative. Il suo rinnovamento toccò, infatti, non solo l’architettura, ma l’insieme delle arti figurative, dalla scultura, all’oreficeria, alla miniatura; pittori rinascimentali come Vincenzo Foppa, Ambrogio Bergognone, Bartolomeo Suardi (che dal 1489 è noto con il soprannome di Bramantino) e Bernardo Zenale, “subiscono”, positivamente, il suo fascino, reagendo, ognuno secondo il proprio registro espressivo. Tra le opere che possiamo ammirare a Brera spiccano il Cristo alla colonna (1490-99), il Poeta laureato con cappello rosso (1487-88) e San Cristoforo con Gesù Bambino sulle spalle (1485-90).

@ARTempi_

Exit mobile version