Monti tranquillo: «Conti al sicuro». Pareggio di bilancio e crescita a partire dal 2013

Il pareggio del 2013 e del 2014 sarebbe garantito. Il Fiscal compact europeo non fa paura al governo, che assicura che nel 2025 il debito scenderà sotto il 60%. E la crescita? Le misure fin qui approvate o in fase di approvazione porteranno 2,4 punti di Pil in più da qui al 2020.

“I conti pubblici italiani sono al sicuro. E a prova di «fiscal compact»: secondo il governo l’andamento del debito e del deficit pubblico, che quest’anno sarà all’1,7 e il prossimo allo 0,5% del prodotto interno lordo, un po’ più del previsto, rispetterà pienamente i nuovi e ben più duri requisiti di bilancio stabiliti dal Consiglio europeo. Senza ulteriori manovre correttive, non ne sono in programma da qui al 2015, e anche nel caso di un ulteriore peggioramento del quadro economico interno e internazionale. (…) Con una crescita del prodotto interno lordo inferiore di mezzo punto alle previsioni appena aggiornate (-1,2% quest’anno, +0,5% nel 2013) il deficit si collocherebbe al 2% quest’anno e allo 0,8% nel 2013. A certificare la tenuta della finanza pubblica alle nuove regole europee è il Programma di Stabilità, basato sul Documento di economia e finanza approvato ieri dal Consiglio dei ministri, appena trasmesso a Bruxelles” (Corriere, p. 2).

“Tenuto conto dell’effetto negativo della congiuntura, in termini strutturali il pareggio del 2013 e del 2014 sarebbe comunque garantito, anche se ci sarebbero nuovi problemi a partire dal 2015, proprio quando scatteranno le prescrizioni del «fiscal compact». Un pacchetto di regole che invece non incute grandi preoccupazioni per il percorso di riduzione del debito pubblico. Secondo il governo, al ritmo garantito dal mantenimento del pareggio di bilancio e da un minimo di crescita del’economia, la quota del debito che eccede il limite del 60% si ridurrà di un ventesimo l’anno, come richiesto dalla Ue, e anzi arriverà sotto il 60% nel 2025, un anno prima del previsto” (Corriere, p. 2).

“L’asserita piena sostenibilità della finanza pubblica dipende per il governo dalle tre maxi manovre del 2011,che hanno comportato una correzione dei conti pubblici di portata mai vista (81 miliardi di tagli e nuove entrate solo nel 2014, pari a oltre 4 punti di Pil), e che scontano anche l’aumento dell’Iva di 2,5 punti di Pil tra quest’anno e il prossimo. (…) Secondo il governo liberalizzazioni, semplificazioni, riforma delle pensioni, del mercato del lavoro e del sistema fiscale porteranno ., gran parte dei quali (1,3 punti) concentrata nel triennio 2012-2014. Ed è sulla linea delle riforme che il governo proseguirà il lavoro dei prossimi mesi, per tentare un’accelerazione della crescita” (Corriere, p. 2) e una riduzione del carico fiscale.

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