Usano la vicenda Meloni-Giambruno per fare lo spot all’utero in affitto

Secondo la Stampa, la destra è incoerente perché dovrebbe «difende i diritti di tutti i figli, anche di quelli venuti al mondo con tecniche di procreazione assistita»

Gentile direttore, ho visto che non avete scritto nemmeno una riga sulla vicenda Meloni-Giambruno, perché?
Enrica Serri via email

Primo perché ci sono altre cose di cui ci preme parlare (Israele, Artsakh, Taiwan, la manovra di bilancio…) e, secondo, perché a noi fa schifo il “giornalismo” che spia dal buco della serratura. Questo modo di fare informazione attraverso i fuori onda, le intercettazioni, le maldicenze, le dichiarazioni rubate e tagliate ad arte è il contrario di quel che noi intendiamo per giornalismo, quindi evitiamo accuratamente di praticarlo e di dargli spazio. L’altro aspetto obbrobrioso è l’illogicità di certe posizioni, come quella di Donatella Stasio, che ha scritto un commento sulla Stampa per dire che la vicenda segna «la fine della propaganda sulla famiglia» (quindi, secondo lo stesso ragionamento, si dovrebbe concludere che la separazione tra Tiziano Ferro e il compagno è la fine della propaganda sulla famiglia gay). Soprattutto, la Stampa ha sostenuto che la destra, e Meloni in particolare, è incoerente perché dovrebbe «difende i diritti di tutti i figli, anche di quelli venuti al mondo con tecniche di procreazione assistita» e maternità surrogata. Capito? Usano la separazione Meloni-Giambruno per fare propaganda all’utero in affitto. Squallidi.

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Seguo da un po’ di tempo le informazioni sul Nogorno-Karabakh grazie agli articoli del “molokano” e di altri vostri collaboratori. Purtroppo quasi nessuno parla dei questa nuova tragedia degli armeni. Dove posso trovare il video dell’incontro sulla situazione dell’Artsakh?
Sergio Moro via email

Noi ne parliamo. Qui può vedere il video di testimonianze dei profughi e qui l’incontro completo dove è stato proiettato e commentato.

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Grazie alla redazione. La Preghiera del Mattino è molto gradita e va a arricchire la rivista. Un cordiale saluto.
Ernesto Noè via email

Grazie Ernesto. Le nostre newsletter sono molto apprezzate, con un tasso di apertura altissimo. Siamo molto soddisfatti.

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La rassegna stampa del mattino. La preghiera è altra cosa, a meno di non voler santificare il punto di vista della redazione. Più umiltà e più, come dite voi, “usare le parole per quello che significano”. In verità il vostro fondatore usava una formula più elegante per spiegare questo concetto, formula che al momento mi sfugge ma che voi sicuramente serbate certo in memoria. Scusate la fraterna franchezza e leggete se potete questa mia come una amorevole osservazione. Se questa sarà in parte gradita mi permetterò di darvi un altro piccolo suggerimento.
Cari saluti
Filippo Mazzocchi via email

Gentile Filippo, credo ci sia un qui pro quo. “La preghiera del mattino” si chiama così perché richiama una famosa frase di Hegel («la preghiera del mattino dell’uomo moderno è la lettura del giornale»). Poiché quella di Festa è una rassegna stampa, ecco spiegato il nome. Nome che fu inventato dal nostro fondatore Luigi Amicone.

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Gentile direttore, l’Osservatorio Nazionale sulla Medicina di Genere, creato per migliorare la ricerca medica a vantaggio delle donne, ha recentemente pubblicato linee guida LGBTQ che promuovono e sostengono l’ideologia gender. I medici e professionisti con queste linee guida vengono indotti a indirizzare i minori (ragazzi e ragazze) con i cosiddetti dubbi sull’identità di genere verso “associazioni LGBT del territorio”. Organizzazioni con una agenda politica che si preoccupa più di promuovere l’attivismo LGBTQ che della vera salute dei bambini/bambine e ragazzi/ragazze. La diffusione di queste nuove linee guida LGBTQ, che promuovono e sostengono l’ideologia gender nella sanità pubblica, sono un assurdo psicopedagogico. Il nuovo presidente entrante dell’ISS, Rocco Bellantone, dovrà tenere conto anche delle tesi, ormai numerose, contrarie all’ideologia di genere ed ai farmaci che bloccano la pubertà.
Gabriele Soliani Reggio Emilia

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