Meeting/ Alfano: «Roberto, la foto con la tua sagoma non la faccio»

Solo al Meeting, arrivato al suo quarto giorno, una bambina di nove anni, come Giulia, e i suoi genitori, ricevono la stessa attenzione del presidente della Fiat John Elkann. Visita privata ai padiglioni della Fiera da parte di Angelino Alfano, che gira il Meeting assieme a Formigoni, che gli propone di fare una foto con la sua gigantografia. Il segretario del Pdl rifiuta

A Mariangela e Riccardo nel 2002 non mancava nulla. Giovani, due belle gemelle di sei anni, un lavoro ben retribuito da funzionari del Parlamento europeo a Bruxelles. Poi l’imprevisto, che assume le forme di una risonanza magnetica effettuata sulla terza figlia che Mariangela porta in grembo. Il responso del neurologo dell’ospedale è freddo e distaccato: la bambina, se sopravvivrà al trauma della nascita, «sarà un vegetale». L’unica strada consigliata è l’aborto di lì a tre giorni. «Quando uscimmo dallo studio del medico – ha ricordato mamma Mariangela durante l’incontro “Esperienze alla prova. Incontro con…” – io e Riccardo ci guardammo e leggemmo la stessa decisione uno negli occhi dell’altra. Giulia sarebbe nata».

Giulia nasce dopo mesi di dolore e sofferenza. Passano poche settimane di vita e i problemi cominciano a manifestarsi: la bambina non si muove e non parla ma grazie al lavoro e all’aiuto di specialisti e di una trentina di volontari, le terapie e l’assistenza offerte a Giulia le permettono di non soccombere ai suoi problemi, contro ogni previsione e regola medica. Fabio Cavallari, autore di “VIVI, Storie di uomini e donne più forti della malattia” (Lindau), spiega in questa quarta giornata di Meeting: «Giulia non è un mito né voglio trasformare in eroi i suoi genitori e i volontari. Questa storia dimostra soltanto che l’uomo lotta per vivere, è fatto per la vita e che la morte va contro il desiderio di tutti gli uomini, credenti o meno». E i genitori aggiungono: «Oggi, dentro la sofferenza di un dolore innocente, la promessa di bene, avuta con la nascita di Giulia, si è fatta certezza e la fede è diventata sempre più esperienza. La certezza dell’inizio si è consolidata perché confermata da quello che vi abbiamo potuto raccontare ora».

Il Meeting è forse l’unico posto al mondo dove i visitatori possono ascoltare storie di bambine come Giulia e, a pochi padiglioni di distanza, di uomini come John Elkann. Ma soprattutto è forse l’unico posto dove entrambi ricevono pari attenzione e valore. Il presidente di Fiat ha parlato di come «fin da bambino mi interessava il lavoro della mia famiglia e così a 18 anni, dopo aver girato il mondo, mi sono fermato a Torino per conoscere meglio l’Italia. Vicino a mio nonno, l’interesse è cresciuto e le vicende eccezionali in cui mi sono trovato coinvolto sono state un’enorme opportunità».

Certezze, nella vita, Elkann ne ha, e dice di averle acquisite dall’esperienza. Paradossalmente, la sua prima certezza è che la realtà è il regno dell’incertezza: nelle vicende personali; nel lavoro come nella finanza o nella politica estera. Ma in tutto questo, seconda certezza, ci sono dei talenti personali da investire, nel cogliere i mutamenti e saper rispondere con equilibrio. Poi, la sicurezza, data sempre dall’esperienza, che le tempeste si possono attraversare. «Ma per tutto questo occorre avere un’idea di bene di male per orientarci nella vita», che lui ha imparato dalla famiglia.

La quarta giornata di Meeting ha visto infine un piccolo fuori programma, la visita privata ma non troppo di Angelino Alfano, che è stato preso in consegna da Roberto Formigoni. Nessun incontro in programma dopo la sua nomina a segretario del Pdl, solo la volontà di “fare un giro” e di non perdere la XXXII edizione del Meeting. Unico screzio con il suo anfitrione, quando Formigoni gli ha chiesto di fare una foto con la propria sagoma di cartone presente allo stand di Formigoni. Secca la risposta di Alfano: «Eh no, Roberto. La foto con te la faccio, ma con la tua gigantografia no!».

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