Manovra, Cazzola: «Bene l’articolo 8. Fare di più per le pensioni»

Il parlamentare del Pdl Giuliano Cazzola, intervenuto a Radio Tempi durante la trasmissione Gli Spari sopra, critica Emma Marcegaglia per le parole troppo dure riservate alla manvora approvata ieri e abbozza qualche correttivo: «Bisogna alzare l’età pensionabile. L’Italia non può permettersi di mandare in pensione persone di 60 anni»

Dall’approvazione della manovra agli scontri davanti a Montecitorio tra manifestanti e polizia, fino alla polemica con la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che ha dichiarato che le misure decise dal governo portano solo tasse e non contribuiscono in nessun modo alla crescita e allo sviluppo delle imprese. Non ha tralasciato nessun aspetto della giornata di ieri, l’on. Giuliano Cazzola (Pdl), intervenuto questa mattina alla trasmissione di Radio Tempi Gli Spari Sopra.

Secondo Cazzola, la Marcegaglia si sbaglia quando afferma che nella manovra non c’è nessun contributo alla crescita del paese, perché, prima di tutto, è stata approvata in tempi utili e perché, ad esempio, «l’articolo 8 permette di dare un contributo ai problemi che le imprese devono affrontare». Secondo il parlamentare, infatti, la crescita non si ottiene foraggiando le aziende con denaro pubblico ma mettendole in condizioni di fare il proprio lavoro e di potersi avvalere, attraverso la contrattazione collettiva, «di strumenti che incentivino la produttività, riorganizzino gli orari di lavoro e le imprese nel loro complesso». Poi rincara la dose: «Sono due anni che discutiamo del caso Fiat e di che cosa si può fare per l’industria manifatturiera oggi. E’ veramente singolare che coloro che rimproverano al governo di non avere fatto nulla per la crescita del paese, sono anche quelli che gli hanno dichiarato guerra per sull’articolo 8».
 
Sui disordini avvenuti al di fuori di Montecitorio, ha dichiarato: «Attaccano Ronchi e le istituzioni per lanciare un segnale di malessere nei confronti del governo e del premier Berlusconi, che dovrà valutare attentamente come reagire di fronte a questi fatti». Tra i temi più caldi, che ha causato maggiori contestazioni, c’è quello delle pensioni, su cui Cazzola non fa sconti: «Bisogna fare di più e alzare l’età pensionabile. Il concetto è semplice, la generazione dei baby boomer si trova oggi ad aver compiuto 40 anni di anzianità effettiva e contributiva a un’età minore di 60 anni, e l’Italia non può permettersi di mandare in pensione persone di 60 anni a fronte di un’attesa di vita che è di almeno altri 22-25 anni».

Sul finale, però, Cazzola rassicura i giovani: «Il sistema, secondo le previsioni, si rimetterà in equilibrio verso il 2045-2050. Anche i giovani avranno la pensione. Devono iniziare a lavorare il più presto possibile, in maniera regolare, senza interruzioni, con una remunerazione dignitosa».

L’INTERVISTA INTEGRALE

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