Lupi: Non siamo grillini e non voteremo mai i 5 Stelle

Maurizio Lupi spiega perché non è possibile paragonare il movimento del comico a Forza Italia. E dà indicazioni e criteri su chi sostenere ai prossimi ballottaggi a Parma, Genova e L'Aquila.

«E perché no», aveva detto al Giornale il coordinatore lombardo del Pdl Mario Mantovani, in un’intervista pubblicata il 9 maggio. Mantovani rispondeva all’interrogativo se valesse la pena allearsi col Movimento Cinque Stelle di Grillo in occasione dei ballottaggi che si terranno in alcune città il 20 e 21 maggio. Secondo Mantovani «è vero che a volte sono un po’ spinti nelle loro posizioni, ma noi eravamo al governo con un partito che chiedeva la secessione». Il coordinatore proseguiva nella sua analisi sottolineando che «loro (i grillini, ndr) sono a favore della buona politica e contro la cattiva politica. Non è antipolitica», arrivando a paragonarli alla «rivoluzione di Forza Italia negli anni Novanta».

Oggi sul Corriere della Sera appare un’intervista a Maurizio Lupi, Pdl, che cerca di rimettere le cose un po’ a posto: «Ho sentito dire – dice Lupi – che qualcuno ha fatto un parallelo tra l’ascesa di Beppe Grillo e la nascita di Forza Italia nel ’94. Beh, non sono d’accordo: non c’è nulla di così distante da noi del movimento delle Cinque stelle. A Parma non voterei Grillo per andare contro la sinistra. Non diamo affatto indicazione di voto per Federico Pizzarotti: invito gli elettori del Pdl ad andare a votare, come dappertutto, ma avendo come criterio la scelta del candidato migliore e più credibile».

Lupi è molto netto nel tracciare un solco tra il modo di intendere la politica da parte dei grillini e quello di chi si impegnò in Forza Italia: «Grillo monta sull’antipolitica, parlando alla pancia. Forza Italia parlava alla società civile, sollecitando un programma responsabile, liberale e cattolico». Nel merito dei ballottaggi, il deputato Pdl, pensa che a Parma (Vincenzo Bernazzoli, Pd, 39,2, contro Federico Pizzarotti, Grillo, 19,4) «l’unico criterio è scegliere il candidato che potrà guidare meglio la città. Io non conosco nessuno dei due. Non demonizzo Grillo, ma dal mio punto di vista non c’è contenuto politico più distante dal mio come il suo. Lui risponde alle domande dei cittadini con la pancia e la demagogia. Noi con una sfida per capire come ripartire e fare grande questo paese».
A Genova, dove si sfidano Marco Doria (sinistra, 48,4 per cento) e Enrico Musso (Lista civica, 14,9) «sceglieremo Musso, che al precedente turno è anche stato il nostro candidato sindaco, oltre che nostro senatore. Non mi interessa tanto se è Udc o meno: è il candidato più vicino ai valori del Pdl e del centrodestra».
A L’Aquila, dove si sfidano Massimo Cialente (sinistra, 40,9) e Giorgio De Matteis (Civica, 29,3), per Lupi non v’è dubbio che la preferenza sia da indirizzare verso «De Matteis. Voterei convintamente  lui».
E a Palermo, dove si sfidano Leoluca Orlando (Idv) e Fabrizio Ferrandelli (sinistra)? Lupi è in difficoltà: «Se fossi lì mi sentirei veramente imbarazzato». Rimane il fatto che «Orlando è imbarazzante, assolutamente non mi piace. Non voterei mai per lui, è lontanissimo dalla nostra idea di politica».

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