Lombardia. Progetto di legge Ncd: «Il fattore famiglia al posto dell’Isee»

Una proposta di legge vuole introdurre un indicatore del reddito che tenga maggiormente conto della composizione dei nuclei familiari, valorizzando la presenza di minori e anziani

Un nuovo indicatore della situazione reddituale che fotografi la situazione economica reale dei nuclei familiari, comprendendo il numero di persone e l’eventuale presenza di anziani o portatori di handicap, al posto dell’Isee: è il fattore famiglia lombardo, contenuto in un nuovo progetto di legge, appena depositato al consiglio regionale e presentato dal Nuovo centrodestra. Il coordinatore lombardo di Ncd, Alessandro Colucci, ha spiegato che «questo progetto si ispira agli articoli 29 e 31 della Costituzione e si vuole dare risposta concreta al principio e alla salvaguardia delle famiglie. Si inserisce nelle politiche che da anni la Regione Lombardia porta avanti in modo pionieristico. Ncd nella nostra regione sta operando su due pilastri fondamentali, la famiglia e la tutela delle imprese, due aspetti distintivi su cui è nato il nostro partito poco più di due anni fa. A livello di governo abbiamo chiesto con determinazione la nascita di un Fondo famiglia, che è poi stato fissato a 500 milioni di euro con la legge di Stabilità: stessa cosa è accaduto in Regione con il Fondo nasco».

MINORI IN AFFIDO E NASCITURI. Il capogruppo di Ncd in Lombardia, Luca Del Gobbo, ha spiegato di voler «sviluppare delle politiche attive per la famiglia. Tra queste l’istituzione del fattore famiglia, con cui andremo a introdurre, per la prima volta in Italia, un nuovo indicatore della situazione reddituale che tiene conto della composizione del nucleo familiare. Non solo si darà maggiore attenzione alla composizione del nucleo familiare, alla sua composizione, alla presenza di situazioni di svantaggio come disabilità o la non sufficienza degli anziani: si farà una politica attiva a favore della famiglia, come richiesto da papa Francesco. Abbiamo voluto lanciare una provocazione dalla Lombardia anche all’Italia intera perché ci piacerebbe che il fattore famiglia prendesse il posto dell’Isee anche a livello nazionale». Se il progetto di legge verrà approvato dal consiglio regionale, nel conteggio della situazione reddituale influiranno anche i nascituri e i minori in affido.

A COSA SERVE. Il fattore familiare consentirebbe di ottenere compartecipazioni alla spesa da parte della Regione per le prestazioni sociali e sociosanitarie, per i servizi socio-assistenziali e per quelli scolastici (anche universitari), comprese le erogazioni di fondi per il sostegno al reddito e per la libertà di scelta educativa. Consentirebbe inoltre di accedere a misure di sostegno per l’accesso ad un’abitazione principale e di tariffe particolari per il trasporto pubblico locale. Le tariffe e il computo del patrimonio immobiliare varierebbero inoltre in base al numero dei componenti del nucleo.
Del Gobbo ha sottolineato che «il fattore famiglia era stato proposto come sperimentazione dalla precedente giunta Formigoni ed era stato provato in alcuni comuni, ma aveva un ambito di azione più ristretto, limitandosi solo ai servizi sociosanitari. Ora invece vorremmo estenderlo a tutti quei settori di competenze della Regione». La proposta di legge chiede anche l’istituzione di un Osservatorio per l’attuazione del fattore famiglia entro tre mesi, con l’obiettivo di monitorare l’applicazione del fattore, ma anche di proporre altre misure per le politiche attive.

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