Il libro di Amicone a Milano (e una nota circa la polemica sul Famedio)

Presentazione venerdì 21 ottobre in Comune con Sallusti, M. Sala e Forte. E una chiosa sull'iscrizione del nome del fondatore di Tempi nel Cimitero Monumentale della città

Luigi Amicone (Milano, 4 ottobre 1956 – Monza, 19 ottobre 2021)

Venerdì 21 ottobre alle 18.00 presenteremo nelle sala consiliare del Comune di Milano il libro Luigi Amicone l’anarcoresurrezionalista (Itaca), il volume che raccoglie alcuni scritti del nostro fondatore. Saranno con noi il direttore di Libero Alessandro Sallusti, l’imprenditore Mario Sala e il consigliere di “Milano Popolare” Matteo Forte. L’incontro sarà trasmesso in streaming e l’ingresso libero fino a esaurimento posti.

Il luogo è importante: Milano, la città dove Luigi è nato, ha vissuto e ha lavorato tanti anni. E il Consiglio comunale, dove Amicone, come consigliere di Forza Italia, ha portato avanti tutte le battaglie culturali e politiche che gli stavano a cuore. Ringraziamo dunque il sindaco Beppe Sala e il consiglio per questa opportunità (in particolare Forte, promotore dell’iniziativa).

La messa in suffragio sarà celebrata mercoledì 19 ottobre, ore 19.00, nella chiesa di santa Gemma, via Lissoni 16, Monza. Sarà ricordato anche don Giorgio Pontiggia, morto lo stesso giorno di Amicone, 13 anni fa.

* * *

Lasciateci dire una parola a margine di un fatto successo l’altro ieri e di cui i giornali hanno ampiamente parlato nelle edizioni locali. Su iniziativa del consigliere di Fdi Andrea Mascaretti il nome di Amicone è stato proposto per l’iscrizione nel Famedio, zona del Cimitero Monumentale dove si trovano le tombe dei personaggi illustri della città. I giornali raccontano che in Consiglio è nato un bisticcio tra la presidente del Consiglio, Elena Buscemi, e Mascaretti a proposito della lista di nomi presentata da quest’ultimo.

Nell’elenco, oltre al nome di Amicone, era presente il nome di Vincenzo La Russa, avvocato e politico democristiano, fratello di Ignazio e Romano. Scrivono i quotidiani che la proposta con i nomi sarebbe stata respinta (secondo l’opposizione) o solo rinviata (secondo Buscemi).

Inutile entrare nella querelle, soprattutto dopo che il sindaco Sala si è detto stupito del veto su La Russa, personaggio sul quale – più che su Amicone – sono state espresse perplessità. Spiace solo che il nome di Luigi sia stato tirato in ballo in una polemica che si poteva evitare.

Cercarlo tra i vivi

Per come la vediamo noi, che a Luigi sia riconosciuto un onore simile sarebbe importante. Ma non tanto per lui, quanto per noi.

Quando, ormai un anno fa, ci lasciò, scrivemmo di non cercarlo tra i morti, ma tra i vivi. Lo ripetiamo oggi, ancora più convinti, confortati di averci visto giusto, soprattutto per aver constatato in questi dodici mesi (il festival a Caorle ne è stato un esempio lampante) quanto la sua umanità, il suo impegno in campo giornalistico e politico abbiano prodotti frutti. Persone dei più diversi orientamenti culturali e sociali ci hanno testimoniato – o hanno testimoniato pubblicamente – quanto la persona di Luigi abbia inciso nelle loro vite.

Accanto a Testori e a Giussani

Non occorre citare qualche manuale di escatologia o scomodare Ugo Foscolo per capire quanto sia significativo, per la memoria dei vivi, il luogo della sepoltura di un uomo. Che il nome di Luigi possa essere iscritto fra i grandi milanesi può essere un segno potente non solo di quanto ha fatto lui per questa città, ma anche del fatto che Milano riconosce come suo illustre cittadino un uomo che è stato orgogliosamente di parte (cattolico in una società scristianizzata, garantista nella capitale di Mani Pulite, anarcoresurrezionalista in un mondo di bigotti clericali e di bigotti laici), eppure mai – mai, nemmeno per un istante – nemico dell’altro, della persona concreta che aveva davanti a sé, per lui segno potente e intangibile del “Mistero che fa tutte le cose”.

Questo fatto rimarrà per sempre, che Luigi sia sepolto a Monza, a Caravaggio o nei pressi della Madonnina di Trinità d’Agultu. Ma Milano, se vuole, può indicare il suo nome nella terra che ospita i suoi figli più amati e meritevoli, accanto a Giovanni Testori e don Luigi Giussani.

Exit mobile version