Letta: «È la stagione della crescita. No ad ayatollah del rigore»

Intervenendo all'assemblea di Federcasse, Letta ha annunciato: «Oggi andrò a Berlino e chiederò aiuti all'Europa. L'Italia ha le carte regole e c'è bisogno di politiche europee per la crescita»

«L’Italia ha le carte in regole, abbiamo i conti in ordine. Questa sera andrò a Berlino»: il premier Enrico Letta, parlando stamattina all’assemblea di Federcasse, promette che chiederà nuovi aiuti a Bruxelles per lo sviluppo del paese, e che dirà un deciso «No agli ayatollah del rigore».

UNA STAGIONE ALLE SPALLE. Per il premier infatti «Abbiamo bisogno di alleati dentro il nostro Paese e in Europa. La stagione del rigore occorre lasciarla alle spalle, ma la stagione della crescita deve essere basata sulla solidità dei conti».Poi ha proseguito: «Tutti vorrebbero più soldi e più crediti sulla legge di stabilità. ma così si crea deficit e si aumenta il debito». Tuttavia oggi si puà rischiare di investire di più sul nostro paese, perché – ha osservato Letta – «L’Italia ha le carte in regole. C’è bisogno di politiche europee per la crescita. Ora possiamo chiederlo perché abbiamo i conti in ordine anche se questo non vuol dire che c’è libertà di fare debiti».

CITA RATZINGER. Il premier ha poi proseguito, all’indomani di un richiamo di papa Francesco al sistema dell’economia di mercato oggi imperante («Giovani e i vecchi vengono considerati scarti perché non rispondono alle logiche produttive in una visione funzionalista della società» ha detto ieri il Papa in un video messaggio al terzo festival della dottrina sociale della Chiesa, aggiungendo: «Per l’economia e il mercato, solidarietà è quasi una parolaccia). Letta oggi ha citato il predecessore, Joseph Ratzinger: «Voglio citare l’Enciplica Caritas veritatem di Papa Benedetto XVI, è stata un’enciclica importante perché arrivata nel momento più forte della crisi. Il Papa ci ha ammonito dicendo: “la finanza sia sussidiaria al lavoro e alla crescita, la finanza non sia per la finanza, il denaro non serve a creare denaro, ma a creare lavoro e impresa”. Voglio riprendere quell’ammonimento perché cooperazione e credito sono un fenomeno intrecciato». Ha quindi aggiunto che «Dobbiamo rifuggire dalla logica del debito. Siamo un Paese che ha grande forza. Siamo stati scolari discoli sul terreno del debito pubblico, ma molto accorti sul terreno del debito privato, ora proprio su questo dobbiamo cercare il rilancio, Finché l’Italia non sarà arrivata ad un tasso del 3 per cento sui bond decennali noi saremo vulnerabili, e per questo motivo i passi faticosi sulla discesa del tasso di interesse vanno rafforzati con scelte del governo e dell’Europa. Nel Consiglio europeo faremo una battaglia sull’Unione bancaria, affinché a dicembre non ci siano passi indietro, si completino i percorsi in tutti i suoi aspetti».

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