Le tivu locali ci provano con Youtube: al via trenta canali

Le televisioni locali ci provano con Google e Youtube per trasmettere i loro programmi e raccogliere la pubblicità che permette la sopravvivenza

La crisi del settore televisivo e i problemi legati alla distribuzione delle frequenze per il digitale terrestre hanno mosso le emittenti locali a cercare delle soluzioni alternative. Il settore è sofferente per i tagli imposti dal governo Monti ai contributi che ogni anni venivano versati ai diversi editori e per la pubblicità in calo vertiginoso a causa delle crisi di molte aziende che nel passato investivano nelle televisioni dei territori.

PARTE LA SPERIMENTAZIONE. Non si poteva evitare di considerare la rete internet quale percorso da intraprendere e partirà fra pochi giorni una sperimentazione per trenta canali sulla piattaforma video di Google, Youtube.
I programmi saranno on-demand e se l’esperimento dovesse funzionare nascerebbe una nuovo modo di concepire la televisione e la conseguente pubblicità necessaria per la sopravvivenza delle emittenti.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI. Il nodo da sciogliere sta proprio su questo punto, ovvero nella spartizione dei ricavi generati dai “consigli per gli acquisti”: un modello che Youtube e Google non hanno difficoltà ad attuare in quanto hanno già dei sistemi di spartizione dei guadagni con gli editori e i canali che nel mondo usano le loro piattaforme. Laddove dovesse sussistere un livello di sostenibilità economica e finanziaria anche per le emittenti e la sperimentazione andasse a buon fine, si verificherebbe un vero e proprio esodo verso il web che, con molte probabilità partirebbe da numeri bassi, ma con una possibilità di espansione a livelli elevati, anche se l’Italia su questo tema è ancora legata ai vecchi sistemi di comunicazione.

@giardser

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