Le cure per le piccole Celeste e Smeralda? «Pericolose per la salute»

Per gli esperti del ministero le cure con staminali per le due bambine al centro di un caso giudiziario sono nocive. Eppure nei video i ballerini affetti da Parkinson tornavano a danzare

Ricordate la vicenda di Celeste e Smeralda, le due bambine affette da gravi malattie degenerative, le cui cure erano state stoppate dal Tar e poi di nuovo ri-autorizzate dai tribunali di Catania e Venezia? Ieri è arrivato il parere della commissione d’inchiesta voluta dal ministro della Salute Balduzzi. E il parere degli esperti di Iss, Nas e Aifa è che tali cure sono «pericolose per la salute» (come aveva già detto Angelo Vescovi).

LA VICENDA. Quando i tribunali di Catania e Venezia avevano detto, nonostante il pronunciamento contrario del Tar di Brescia, che le due bambine avevano diritto alle cure proposte dalla Stamina foundation, erano scattati gli applausi per il senso di umanità e coraggio dimostrato dai giudici. Ma il ministro Balduzzi non ci ha visto chiaro e ha chiesto l’intervento degli esperti che non si sono limitati a bocciare il metodo Vanoni, ma l’hanno “smontato” con una serie di affermazioni inequivocabili: «Il metodo Stamina è pericoloso per la salute perché a volte ai pazienti è inoculato materiale biologico prelevato dallo stesso malato. Ma altre volte vengono iniettate cellule prelevate da terze persone, con il rischio di contagio batterico e virale che ciò comporta. Le metodologie di preparazione dei preparati sono grossolane, con errori marchiani, e del tutto fuorilegge. I laboratori sono in luoghi non adatti. Sui vasetti che conservano i tessuti prelevati ci sono etichette scritte a matita, per lo più incomprensibili. Quelli di Stamina, poi, hanno detto che con le loro cellule vogliono fare alcune cose, in realtà quelle cellule possono avere effetti collaterali imprevisti. Hanno fatto confusione con i brevetti e non hanno mai pubblicato un risultato delle loro ricerche nelle pubblicazioni scientifiche».

IL BALLERINO COL PARKINSON. Non solo. Come scrive oggi Repubblica, «per convincere ad accettare il loro metodo, gli esperti della Stamina, onlus senza fine di lucro (che, però, si faceva pagare dai 7 ai 50 mila euro), mostravano ai familiari dei malati i video “di un ballerino russo affetto da Parkinson che si alzava dalla carrozzella e tornava a ballare”. “Di una giovane paralizzata dalla Sla che riprendeva a camminare”. “Di un uomo che guariva da una grave forma di psoriasi alle mani”. Ma si trattava solo di un inganno: di qui, la contestazione da parte del procuratore torinese del reato di associazione per delinquere e truffa».

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