Le analisi sulle scuole professionali, Halloween cristiano e i Beatles con la AI

Cosa dicono ai figli quelli che danno ricette sui giovani, un'idea per rendere interessante la carnevalata dei morti e John Lennon. Lettere a Tempi

Murales dedicato ai Beatles, Liverpool, 2 novembre 2023 (Ansa)

Egregio direttore, interessanti queste disamine sempre più numerose sulla manodopera che manca, sulla formazione tecnica e professionale quale panacea di tutti i mali (vedi gli ITS, ora sulla cresta dell’onda) etc etc. Ma io pongo una domanda molto semplice: quanti di questi giornalisti, politici, economisti e via dicendo, che regolarmente si presentano a snocciolare ricette che si dovrebbero seguire e le scelte che i giovani dovrebbe fare, inciterebbero i propri figli a seguirle (tralasciando peraltro di indagare la ragione per cui non le scelsero per sé all’epoca, da giovani)? Sarebbe interessante fare un’analisi di dove i figli di questi “testimonials” proseguono gli studi e quali percorsi professionali intraprendono successivamente. A me pare che si pretenda insegnare agli altri – da pulpiti di comunicazione privilegiati di cui si ha la fortuna per varie ragioni di poter accedere – quali scelte personali e per il proprio futuro dovrebbero fare, senza domandarsi se noi in primis le faremmo, anche alla luce della posizione sociale magari acquisita nel frattempo. Pretendiamo che siano sempre gli altri a sacrificarsi in nome di un bene superiore (il Paese e la sua sostenibilità futura in questo caso). Insomma, è un po’ il solito “armiamoci e partite”. Ritrovare un po’ di onestà intellettuale gioverebbe ad una discussione seria su questi temi.

Lettera firmata via email

Non so perché non abbia voluto firmare la sua lettera, ma poiché l’argomento mi interessa molto, faccio un’eccezione alla regola e la pubblico. Guardi, sinceramente, non so come si comporti con i figli chi propone queste analisi, ma non mi pare comunque inficiare la verità del discorso. E, non sapendo io leggere nella mente di chi offre ricette, sto a quel che vedo. E quel che vedo è che è vero che la nostra società ha per anni spinto verso la “licealizzazione” di tutte le scuole, catalogando come di “serie B” le altre. Un errore clamoroso, per quello che abbiamo scritto tante volte e che non starò qui a ripetere per non tediare nessuno.

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Caro direttore, bisognerebbe proporre ai preti di festeggiare Halloween in maniera cristiana originale, tradizionale, andando di notte coi ragazzi degli oratori a portare cibo e bevande ai barboni che dormono per strada al freddo invece di fare i cretini mascherati in oratorio. La vera Halloween cristiana medievale consisteva esattamente in questo e i poveri poi pregavano per i morti dei benefattori. Scherzetto/dolcetto non esisteva: è stata una invenzione del secolo scorso ed è un ricatto satanico.

Fabio Sansonna Monza

Buona idea (ma “satanico”? Addirittura!).

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Buongiorno direttore, lo so, è scontato, ma come faccio a non parlarti dell’ultimo brano dei Beatles? Ne discute tutto il mondo, con i classici schieramenti dei favorevoli e contrari all’operazione “intelligenza artificiale”. L’aver utilizzato una vecchia registrazione in musicassetta di John Lennon ed introdurlo nella band grazie alla moderna tecnologia, alcuni lo hanno definito immorale, altri tecnicamente “fasullo”. Io invece vorrei parlarti di sentimenti. Quando nel 1994 i tre allora superstiti avevano usato lo stesso metodo per pubblicare due nuovi singoli, la parte di Lennon venne armonizzata con le altre voci, risultando così un operazione in pieno stile Beatles, mi era piaciuto, ma non mi aveva emozionato. “Now and Then” era presente già allora, ma fu scartata in quanto nella registrazione recuperata il pianoforte surclassava la voce, e quindi annullata. Ora a 30 anni di distanza sono riusciti a scindere le due parti e quindi Paul e Ringo (George che nel frattempo ci ha lasciato aveva già inciso una parte di chitarra) si sono rimessi al lavoro, ed ecco il risultato. Ti dico subito che questa volta ho provato emozione. Mi sono chiesto il perché, e ragionandoci sopra penso di essere arrivato ad una risposta plausibile. In prima battuta ho pensato che la commozione riguardasse me, in questi anni sono cambiato e sono più sensibile nel riascoltare i miti della mia gioventù. Ed invece è proprio alla tecnologia che si deve questo forte impatto. La voce di Lennon è stata ricavata in modo chiaro e performante. Lennon è morto nel 1980 ma la sua voce è viva. L’emozione arriva perché questa volta non si tratta di un brano dei Beatles, ma un singolo di John Lennon, tra l’altro nel suo momento artistico migliore, lo stesso periodo di Immagine e Woman. Now and Then non vale i due capolavori sopracitati, ma ascoltando quella voce ho ritrovato la purezza del cantautore di Liverpool, e soprattutto ho rivisto l’Antonio ventenne davanti a quei vinili. La musica può essere suonata in maniera impeccabile, e le registrazioni possono essere limpide e cristalline. Poi arriva una musicassetta registrata a fine anni 70 in un appartamento di New York e capiamo come il momento sia più importante del suono.

Antonio Azzarito via email

 

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