Lampedusa dopo il video choc. L’Unhcr: «Condizioni disumane nel centro accoglienza»

Ha suscitato polemiche e dolore il video ripreso da un migrante che mostra uomini e donne costretti a fare la doccia nudi. L'Alto commissariato Onu per i migranti: «L'Italia dia chiarimenti immediati»

Il video trasmesso dal Tg2 Rai sui trattamenti all’interno del Centro di prima accoglienza di Lampedusa hanno creato un terremoto. Nel video, sono ripresi in fila i migranti ospiti del centro. Si spogliano, ordinatamente, tutti nudi, senza alcuna distinzione o separazione pudica tra uomini e donne: nudi, e al freddo, vengono poi lavati attraverso tubi di gomma, sotto le direttive dei dipendenti della Cooperativa Lampedusa accoglienza. Le docce vengono fatte per la disinfestazione da scabbia che i migranti, tra l’altro, hanno contratto al centro di Lampedusa. Le immagini sono state riprese con il telefonino da uno degli stessi ospiti del centro che ha commentato al Tg2: «Sono tutti come animali. Questo è successo solo due giorni fa», cioè il 13 dicembre.

L’UNHCR: «CHIARIMENTI IMMEDIATI». L’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati ha chiesto immediati chiarimenti dopo il video. «Sono anni che chiediamo alle autorità italiane trasferimenti rapidi da Lampedusa – ha affermato Laurens Jolles, delegato dell’Unhcr per l’Italia e il Sud Europa – il sovraffollamento che si verifica costantemente è insostenibile e dà origine a una situazione nella quale, nonostante gli sforzi degli operatori umanitari, l’assistenza fornita è altamente al di sotto degli standard minimi».

«CAMPI DI CONCENTRAMENTO». Il sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini ha commentato immediatamente le immagini trasmesse dal Tg2, descrivendo il centro come una specie di «campo di concentramento. La dimostrazione che questo modello di accoglienza, di cui Lampedusa e l’Italia si vergogna, deve cambiare. Non era quello che ci aspettavamo di vedere appena due mesi dopo il naufragio che ha suscitato acrime e promesse». Dei centri di accoglienza si era tornati a parlare dopo i drammatici naufragi del 3 e dell’11 ottobre, in cui morirono 600 persone.

L’ARCIVESCOVO: «PROFONDAMENTE INDIGNATO». Anche l’arcivescovo di Agrigento (nella diocesi rientra anche Lampedusa) Francesco Montenegro, presidente della commissione per le Migrazioni della Cei ha espresso rabbia: «Sono profondamente indignato per il trattamento a cui sono sottoposti i migranti nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa e chiedo venga fatta chiarezza su quello che i telespettatori hanno potuto vedere e che venga percorsa ogni strada per affermare la verità dei fatti». Per l’arcivescovo Montenegro, «La situazione emergenziale non può giustificare situazioni e trattamenti che poco hanno a che fare con il rispetto della dignità umana e dei diritti dell’uomo».

AMNESTY: «URGENTI CHIARIMENTI». È intervenuta anche Amnesty international chiedendo al ministro dell’Interno urgenti chiarimenti: in una nota l’associazione scrive che “I migranti che giungono in Italia, come in qualunque altro paese necessitano di un appropriato esame medico nel loro interesse e nell’interesse del paese ricevent. Ciononostante, la privacy e la dignità dei migranti deve essere rispettata e a nessun migrante dovrebbe essere richiesto e tanto meno imposto di spogliarsi in pubblico”.

ALFANO: «CHI HA SBAGLIATO PAGHERA’». Il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano ha assicurato: «Accerteremo le responsabilità e chi ha sbagliato pagherà». Dal ministero dell’Interno è subito intervenuto il viceministro Filippo Bubbico (Pd) che ha descritto le immagini riprese nel video come «una condizione inaccettabile e veramente umiliante per noi, prima ancora che frustrante che per questi esseri umani».

BOLDRINI: «TRATTAMENTO INDEGNO». Il presidente della Camera Laura Boldrini ha tuonato dopo aver visto le immagini del Tg2: «Il trattamento riservato agli immigrati nel Centro di Lampedusa, documentato nel servizio del Tg2, è indegno di un Paese civile. Quelle immagini non possono lasciarci indifferenti. Tanto più perché vengono dopo i tragici naufragi di ottobre e dopo gli impegni che l’Italia aveva assunto in materia d’accoglienza. Quei trattamenti degradanti gettano sull’immagine del nostro Paese un forte discredito e chiedono risposte di dignità». La Boldrini aveva visitato il centro d’accoglienza all’indomani della prima tragedia in mare, il 4 ottobre scorso.

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