«GRANDE AVVENTURA UMANA». In Italia per tenere un corso all’università degli Studi di Milano, giovedì il professore e ricercatore francese ha parlato davanti a un centinaio di studenti del liceo Don Gnocchi di Carate Brianza sulla sua esperienza di matematico. «Perché fare il matematico quando ci sono cose meno astratte e più vicine alla nostra vita? Perché la matematica è un aspetto della verità ed è una grande avventura umana cominciata da grandi uomini oltre duemila anni fa e che altri porteranno avanti dopo di me».
«LA VERITÀ È UN CAMMINO». Ripercorrendo la sua vita di studente («ero brillante ed ero il migliore senza grandi sforzi) e di ricercatore, Lafforgue, 47 anni, afferma: «Il modo più intelligente di stare davanti alle cose è prenderle sul serio. Io non ho mai pensato di diventare matematico ma ora sono felice e capisco che non raggiungiamo la felicità perché realizziamo i sogni che abbiamo progettato noi ma attraverso le cose che ci vengono date».
Nel suo caso, la matematica: «Quando trovi la soluzione di un problema e ne vedi la bellezza, la gioia è immensa. Ma non ti fermi, perché passi subito ai problemi che quella soluzione apre. E lo fai anche se sai già che una nuova ricerca causerà fatica e sofferenza. So che sembra masochistico ma in 20 anni ho capito una cosa: la verità non sta solo nel risultato ma anche nel cammino e nello sforzo che, costellato di delusioni e fallimenti, ci porta a quella verità»