NIENTE CONTRACCEZIONE. «Non è necessario che sia utilizzata la forma prescritta dal governo», hanno stabilito giovedì i giudici in via temporanea in attesa di ascoltare più argomenti e decidere in via definitiva, sottolineando che non si possono «far valere le disposizioni inserite nella legge (…) e i relativi regolamenti fino alla decisione finale sul ricorso in appello». Per ora, dunque, il Wheaton College potrà continuare a rifiutarsi di pagare piani assicurativi inclusivi di aborto e contraccezione, senza dover pagare multe milionarie. La Corte Suprema ha usato le stesse argomentazioni che hanno portato all’esenzione definitiva delle aziende for profit, spiegando che «la presente ordinanza provvisoria non vieta ai lavoratori e agli studenti della ricorrente di ottenere, senza spese, l’intera gamma di contraccettivi approvati dalla Food and drug administration».
«PROTETTA LA LIBERTÀ RELIGIOSA». «La Corte ha giustamente riconosciuto che la comunità religiosa del Wheaton College deve poter praticare liberamente la propria fede», ha dichiarato Mark Rienzi, avvocato difensore del college. Ma la decisione riguarda anche gli altri 122 enti non profit che hanno denunciato il governo. Attaccando la scelta dei suoi colleghi, Sonia Sotomayor, fra i tre giudici su nove che hanno votato contro l’esenzione, ha sottolineato che «non sono assolutamente d’accordo», dato che «l’ingiunzione emessa in questo caso darà presumibilmente il diritto di obiezione ad altri centinaia o migliaia di enti».
Philip Ryken, presidente del Wheaton College, ha tirato un sospiro di sollievo: «Siamo grati a Dio che la Corte Suprema abbia preso una decisione saggia nel proteggere la nostra libertà religiosa, almeno fino a quando il nostro caso non sarà risolto definitivamente. Continuiamo a credere che una comunità che afferma la sacralità della vita umana dalla culla fino alla tomba non dovrebbe mai essere costretta dal governo a facilitare l’accesso all’aborto».