Iraq. Prima famiglia cristiana tornata nella Piana di Ninive

Si tratta di sei persone che, dopo due anni e mezzo da sfollati, sono potuti tornare ad abitare nella zona conquistata nel 2014 dai jihadisti dello Stato islamico

«Sono tornati nella loro casa dopo aver trascorso due anni e mezzo come sfollati in un centro a Dohuk. A accogliere la famiglia vi era il sacerdote locale, padre Salar Bodagh, responsabile del comitato di ricostruzione. Questo è davvero un segno di speranza per molti altri». Ha espresso così la sua «gioia» parlando con il sito Asianews, Louis Raphael Sako, patriarca della chiesa caldea, dando notizia della prima famiglia cristiana tornata nella piana di Ninive, conquistata nel 2014 dai jihadisti dello Stato islamico.

CRISTIANI PERSEGUITATI. Si tratta di sei persone. Il capofamiglia, Naòiq Quliaqus Atto, la moglie e tre figli e il fratello dell’uomo. Ovviamente la situazione permane difficile, il paese è ancora lontano dal riconquistare la tranquillità e la pace, ma l’evento è stato salutato da tutta la comunità cristiana come un segno di grande speranza. Come ricorda correttamente Asianews, «nei giorni scorsi il patriarcato caldeo ha elaborato un elenco delle cittadine della piana di Ninive liberate dall’esercito irakeno (Qaraqosh, Karamleis, Bartella e Tilkeif) e quelle liberate dai Peshmerga curdi (Teleskuf, Batnaya, Baqofa). Secondo un censimento del 1987, in Iraq vi erano 1,264 milioni di cristiani, oggi ridotti a poco meno di 500 mila. In particolare, a Mosul e nella piana prima dell’ascesa dello SI (stato islamico, ndr) vi erano circa 130 mila fedeli; oggi meno di 90 mila, di cui 40 mila hanno lasciato l’area in seguito a persecuzioni e dislocamento».

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