Iraq. L’esercito caccia l’Isis dalla piana di Ninive: «Vittoria totale»

Meno di due mesi dopo Mosul, anche la città di Tal Afar è stata strappata allo Stato islamico

tratto dall’Osservatore Romano – Meno di due mesi dopo Mosul, anche la città di Tal Afar, un’ottantina di chilometri a ovest verso il confine siriano, è stata strappata al cosiddetto stato islamico (Is). Un altro duro colpo alle forze jihadiste che perdono così il controllo dell’intera provincia settentrionale di Ninive, conquistata nell’estate del 2014 con un’offensiva-lampo durata pochi giorni mentre l’esercito di Baghdad si dava alla fuga.

«La nostra gioia è completa, la vittoria è totale, e l’intera provincia di Ninive è ora nelle mani delle nostre eroiche forze» ha affermato il primo ministro Haidar Al Abadi, annunciando che l’esercito, la polizia federale e le unità antiterrorismo sono riuscite a espugnare anche l’ultima roccaforte degli uomini di Al Baghdadi, il distretto di Al Ayadia. È qui, una decina di chilometri a nord-ovest di Tal Afar, che le ultime forze dell’Is si erano raggruppate domenica scorsa, dopo avere abbandonato il centro della città.

La conclusione dell’offensiva governativa, cominciata il 20 agosto, poco più di un mese dopo la riconquista di Mosul, è stata annunciata all’indomani della riapertura del valico di confine di Trebel, attraverso il quale passa l’autostrada internazionale che collega Baghdad e Amman, in Giordania. L’arteria era stata interrotta tre anni fa a causa degli attacchi dell’Is, che aveva così assestato anche un duro colpo agli scambi commerciali tra i due paesi. La riconquista di Tal Afar, più a nord, è di importanza strategica, perché questa città è situata lungo una delle principali arterie di collegamento tra l’Iraq e la Siria ed era usata per il trasferimento di miliziani e armi tra i territori controllati.

«Ovunque voi siate — ha detto Abadi rivolgendosi ai miliziani dell’Is — noi arriveremo per liberare quei territori, e per voi c’è solo la morte o la resa. Questa è la nostra posizione ferma e decisa verso questi criminali la cui presenza ovunque è una minaccia per i popoli della regione e del mondo». Un apparente riferimento — dicono i media — alle polemiche sorte con il movimento sciita libanese Hezbollah che nei giorni scorsi aveva concluso con l’Is un accordo per evacuare centinaia di jihadisti da una regione a cavallo della frontiera siro-libanese verso l’est della Siria, in direzione del confine con l’Iraq. La coalizione internazionale a guida statunitense e l’Iraq non sono state consultate e hanno protestato per questa decisione.

Foto Ansa

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