«Io voglio un’Italia tutto islam»

«Vogliono conquistare il mondo, non solo l’Italia». Lo racconta oggi a Libero Gianluca Salviato, il tecnico rimasto nelle mani dei jihadisti in Libia e recentemente liberato. Salviato, che ha anche raccontato di essere stato sostenuto dalla preghiera, ha descritto al quotidiano i suoi otto mesi di prigionia. «Militarmente sono molto organizzati. Il mio rapimento è stata un’azione di guerra in piena regola. Bloccato da due auto, una davanti e una dietro, con un commando che sapeva benissimo che cosa stava facendo. Mi hanno picchiato, portato nel primo covo e minacciato di morte con una pistola puntata alla testa».

Salviato è stato tenuto in prigione da ragazzi tra i 20 e i 30 anni, che si definivano mujaheddin per la Jihad islamica  che non l’hanno ucciso perché «evidentemente gli servivo vivo». Sono uomini capaci di aspettare: «Gli arabi sono persone con molta pazienza. Aspettano fino a quando non raggiungono l’obiettivo».
Può accadere qualcosa anche in Italia?, chiede l’intervistatore. «Il pericolo c’è, di sicuro. Al momento non parlerei di una possibile guerra da noi, anche perché non ho la competenza per farlo. Però sì, c’è il rischio che possa accadere qualcosa nella nostra città. Quella è gente disposta a tutto per la causa». Come gli ha detto uno dei suoi carcerieri: «Io voglio un’Italia tutto islam».

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