L’allarme dell’ex capo dei servizi segreti francesi sull’immigrazione extra-europea

Quella di matrice islamica «è conflittuale, rivendicativa, con tendenze al separatismo, economicamente svantaggiosa, impopolare, in gran parte irreversibile e pilotata dai giudici». Pierre Brochand avverte la Francia e l'Europa. Polemiche

Un campo abusivo di immigrati a Parigi sgomberato nel dicembre 2022 (foto Ansa)

Parigi. Pierre Brochand ha trascorso una vita intera nell’alta funziona pubblica. Prima amministratore civile, poi diplomatico di alto rango (console generale a San Francisco e ambasciatore in Israele), Brochand ha diretto dal 2002 al 2008 i potenti servizi segreti esterni francesi, la Dgse, osservando da vicino tutti i dossier più esplosivi della République, sia all’interno che all’esterno dei confini dell’Esagono. Ma a differenza dei suoi colleghi, ha deciso di rompere il silenzio per denunciare una situazione che sta diventando insostenibile: l’immigrazione extra-europea di matrice islamica che sta sfigurando la Francia e ridurrà drasticamente la qualità di vita del Paese nei prossimi decenni.

Un’immigrazione «culturalmente distante»

«L’immigrazione che stiamo subendo da cinquant’anni a questa parte è senza precedenti nella storia, è di massa, crescente, altamente concentrata, pilotata né dall’economia né dalla politica, ma dai giudici, ed è molto distante culturalmente perché proviene quasi esclusivamente da ciò che un tempo si chiamava il “Terzo Mondo”», ha dichiarato Brochand in un podcast di France Culture che sta facendo discutere. «È potenzialmente conflittuale, dunque rivendicativa, con tendenze al separatismo nel corso delle generazioni. È economicamente svantaggiosa, costosa a livello di bilancio, impopolare secondo i sondaggi, e in gran parte irreversibile», ha aggiunto l’ex numero uno della Dgse.

Dagli anni Sessanta a oggi, la presenza di immigrati di cultura e confessione islamica, complici la legge sul ricongiungimento familiare di Valéry Giscard d’Estaing e di recente le cosiddette “primavere arabe”, si è moltiplicata per venticinque. Oggi i musulmani, in Francia, rappresentano più del 10 per cento della popolazione: cifre che nessun altro Paese europeo registra. «Il punto critico sarà quando gli immigrati musulmani supereranno la soglia del 50 per cento», sentenzia Brochand.

Polemiche in Francia per le parole di Brochand

Per il suo intervento su France Culture si è attirato molte critiche da parte della sinistra benpensante, che lo ha accusato di veicolare teorie di estrema destra e di essere un fiancheggiatore di Éric Zemmour, l’ex giornalista del Figaro diventato leader della destra identitaria alla guida del partito Réconquête!. Ma Brochand parla dall’alto di una lunga esperienza sul campo, di chi ha visto con i propri occhi le derive dell’immigrazione scriteriata e l’espandersi dell’islam politico, e non dal divano di un salotto di Saint-Germain-des-Prés. «Le società multireligiose sono tutte destinate a lacerarsi a vicenda. È un mondo difficile, dove nessuno fa favori a nessuno. La nazione è un cerchio di fiducia che l’immigrazione mina. La chiave di volta della fiducia sociale è lo Stato sociale, che è incompatibile con la libera circolazione delle persone», ha detto in un’intervista al Journal du dimanche, spiegando quali sono state le tappe che stanno portando alla disgregazione della Francia.

«La prima ondata migratoria è durata un secolo, con l’arrivo di immigrati di origine euro-cristiana, discreti, laboriosi, riconoscenti, regolati dall’economia e che cercavano di assimilarsi. Il modello insuperato di integrazione riuscita. La seconda è iniziata negli anni Settanta e non ha fatto altro che aumentare. È un insediamento che non è calibrato né dal lavoro né dalla politica. Solo da diritti individuali soggetti unicamente al diritto sovranazionale. Un flusso a ruota libera che ci travolge. Il divario culturale che ci separa dai nuovi arrivati non ha equivalenti nella nostra storia. Vengono tutti dal Terzo Mondo, da società in crisi dove regnano comportamenti incivili, violenza e corruzione. La maggior parte sono musulmani. Oggi i musulmani in Francia sono venticinque volte più numerosi rispetto agli anni Sessanta. L’islam è una civiltà totale, orgogliosa, bellicosa, offensiva, militante, che ha sofferto per essere stata umiliata dall’Occidente per due secoli. La globalizzazione gli ha dato un’opportunità, il vulcano si è risvegliato».

Francesi contro l’immigrazione extra-europea

Le parole coraggiose di Brochand, che a dicembre si era espresso anche al Senato sulla pusillanimità delle élite francesi dinanzi alla sfida migratoria, riguardano non solo il futuro della Francia, ma anche quello dell’Europa, dunque dell’Italia. I suoi concittadini, nonostante i progressisti lo dipingano come un pericoloso reazionario da cui stare alla larga, lo sostengono e condividono il suo monito. Secondo un sondaggio dell’istituto Csa per il canale televisivo Cnews, il 64 per cento dei francesi è favorevole allo stop dell’immigrazione extra-europea in Francia.

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