Il “sì” che ha salvato molte vite e reso la ragazza madre una cantante famosa

Kimberly Henderson scappò dalla clinica e postò un video che fu visualizzato da 20 milioni di persone: «La volontà di Dio è più grande dei nostri progetti»

È bastato un “sì” per scoprire che è sempre vero che Dio non toglie nulla se non per donare di più. Kimberly Henderson, la cantate americana diventata famosa nel 2013 dopo aver postato un video su YouTube, visualizzato da 20 milioni di persone in una settimana, ha raccontato pochi giorni fa la sua storia.

«DEVO FARLO». «Due anni fa, come fosse oggi, ero seduta in una clinica abortiva pensando che non avere Viada (la figlia, ndr) sarebbe stato il meglio per me». Henderson era rimasta seduta in attesa di abortire per sette ore di cui «ricordo ogni singolo dettaglio. Penso che Dio lo permetta per mostrarmi che i suoi piani e la sua volontà sono sempre più grandi di ogni e di tutte le cose che ho mai saputo». Henderson, già ragazza madre all’età di 16 anni, aveva scoperto di essere nuovamente incinta mentre il fidanzato aveva cominciato a tradirla: «Che cosa penserà la gente?», si era chiesta. La situazione, infatti, pareva totalmente sfavorevole a una gravidanza, tanto che «continuavo a dirmi: sono completamente sola e quindi devo farlo». Poi la descrizione della sala d’attesa e della superficialità con cui si può abortire un figlio: «Le persone intorno a me mangiavano il cibo del fast food, ridendo e inviando sms».

SEGNALI CHIARI. Henderson invece non faceva che piangere e sebbene «continuassi a provare a giustificarmi, il mio cuore era pesante. Mi sentivo come se stessi per prendere un’orribile, orribile decisione e che Dio mi stava dando dei segni per non farlo». Infatti, la mattina stessa la figlia della cantante si era sentita male, perciò «avevo dovuto trovare una baby sitter». Sulla strada verso la clinica la macchina si era poi fermata: «Arrivai in ritardo ma mi accettarono comunque». Ripensando alla mattinata Henderson si mise a pregare Dio di darle un altro segno e, quando il personale le disse che era arrivato il suo turno per l’aborto, le cade dal portafogli un biglietto, trovato qualche sera prima nel locale in cui lavorava, che recitava così: «Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia (Isaia 41:10)».

FINALMENTE LIBERA. Nello stesso momento due amiche la chiamarono confortandola così: «Sarò al tuo fianco…C’è una ragione se Dio ti ha fatto questo regalo». A quel punto la ragazza trovò il coraggio per andarsene e mentre stava per uscire una giovane sui 19 anni le disse: «Quando vedrai la faccia di tua figlia per la prima volta sarai così contenta di essere andata via di qui oggi (…) mi sentii come se un peso enorme venisse tolto dalle mie spalle mentre superavo le porte. Nessun senso di colpa. Nessuna vergogna. Nessun rimorso». Il 12 settembre 2013 nacque Viada che «mi riempì di una gioia che non posso esprimere, incidendo nella mia testa le parole che la ragazza mi aveva detto mentre lasciavo la clinica».

UNA PROFEZIA. Tornata a casa Henderson si era messa a cantare così alla figlia in grembo: «Ho avuto paura di prendere una strada che non capivo. E per tutto il tempo pensavo di fare altri piani. Ora credo che tutte le cose che scegliamo sono per un motivo (…). E quando le luci si spengono, io so che cosa mi dà senso. Perché io so chi sono, sì io so chi sono». Le parole della canzone nel video postato su YouTube e visualizzato da 20 milioni di persone furono profetiche: convinsero altre donne a non abortire e i dirigenti della compagnia Cosco Kids a chiederle di fare loro da testimonial rendendola presto famosa.

@frgeriobenedet

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